Page 37 - Teologia tedesca
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                  Buon chiarimento sulla falsa luce e le sue proprietà.

                  Abbiamo anche parlato di una falsa luce. Dobbiamo dirne qualcosa, ov-
                  vero cosa sia e quali attributi abbia. Vedi, tutto quel che è contrario alla
                  vera luce, appartiene a quella falsa. Alla vera luce è proprio, di necessità,
                  non ingannare nessuno e non volere che nessuno sia ingannato; ed essa
                  non può venir ingannata. Ma la luce falsa viene ed è ingannata, ed ingan-
                  na altri insieme a sé. Dio non vuole ingannare nessuno e non può nem-
                  meno volere che alcuno sia ingannato. Lo stesso avviene per la luce vera.
                  Nota dunque: la luce vera è Dio o divina; invece la luce falsa è natura o
                  naturale. Ora, di Dio è proprio non esser questo o quello, e neppure in un
                  uomo divinizzato vuole, desidera o cerca il questo o il quello, ma solo il
                  bene in quanto bene e per niente altro che il bene. Lo stesso per la luce ve-
                  ra. Al contrario, è proprio della natura e della creatura essere qualcosa,
                  questo o quello, ed anche avere di mira e di intenzione qualcosa, questo o
                  quello, e non il puro bene in sé e per amore del solo bene, ma per qualche
                  altro fine: questo o quello. E come Dio e la luce vera sono senza alcuna
                  egoità,  seità,  proprietà,  così  alla  natura  e  alla  luce  falsa,  naturale,  sono
                  propri l’io, il me e lo «a me» ecc., in modo che in tutte le cose essa cerca
                  più se stessa e il suo, che non il bene in sé. Queste sono le caratteristiche
                  sue e di ogni natura. Si osservi ora come essa si inganni fin da principio.
                  Essa vuole e sceglie non il bene in sé e per amore del bene, ma se stessa e
                  il suo, e ciò che soprattutto le giova, e questo è sbagliato ed è il primo in-
                  ganno.
                  Inoltre immagina di essere proprio quel che non è, giacché crede di essere
                  Dio, mentre invece è natura. E, siccome crede di essere Dio, si attribuisce
                  quel che è di Dio, e non certo quel che è di Dio in quanto è uomo o in un
                  uomo divinizzato, ma quel che appartiene in proprio a Dio, in quanto è
                  Dio senza creatura, nell’eternità. Infatti, come si dice che Dio non ha biso-
                  gno di niente, libero, inoperoso, vuoto e al di sopra di tutte le cose - ciò
                  che è tutto vero -, e che è immobile, non assume niente in sé, è senza ri-
                  morso, e quel che fa è ben fatto, così la falsa luce dice di voler essere. Dato
                  che, quanto più si è simili a Dio, tanto meglio si è, perciò voglio essere
                  uguale a Dio, anzi esser Dio e sedere presso Dio come suo pari, come fece
                  Lucifero, il demonio. Dio è nell’eternità senza dolore e pena, e nulla di
                  quanto è o accade può pesargli o recargli afflizione. Ma in quanto è uo-
                  mo, o è in  un uomo divinizzato, le  cose vanno diversamente.  In breve,
                  tutto quel che può essere ingannato, deve esser ingannato da questa falsa
                  luce. Ma, dato che tutto quel che può essere ingannato - cioè ogni creatura




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