Page 30 - Teologia tedesca
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opera ed agire, deve darsi nelle creature. Vedete, quando la conoscenza e
                  la luce è operante in una creatura, allora conosce e insegna che è; così è
                  buona. E perciò non è il questo o il quello. Così neppure rivela ed insegna
                  il questo o il quello, ma rivela ed insegna a riconoscere che è un vero, uni-
                  co, perfetto bene - non il questo o il quello, ma un bene perfetto, al di so-
                  pra di ogni bene.
                  Ora qui si è detto che la luce insegna l’unico bene. Ma cosa insegna di es-
                  so? Vedi, questo va considerato bene. Guarda, come Dio è l’unico bene,
                  conoscenza e luce, così è anche volontà, amore, giustizia, verità e assolu-
                  tamente ogni perfezione, e tutto ciò è un essere in Dio, che però non può
                  venir esercitato e operato senza la creatura, giacché in Dio, senza la crea-
                  tura, non c’è altro che un essere e un’origine, e non un operare. Ma quan-
                  do questo Uno, che è tutto ciò, assume in sé una creatura e se ne impos-
                  sessa, ed essa gli ubbidisce in modo che a lui sembra di potersi riconosce-
                  re in essa come in ciò che gli è proprio - vedi, siccome allora c’è una sola
                  volontà e un solo amore, da lui stesso, in quanto è luce e conoscenza, vie-
                  ne insegnato di non volere altro che l’Uno, che egli è.
                  Vedi, da allora in poi non viene voluto o amato altro che il bene, perché è
                  bene e per nessun altro motivo, e non perché è questo o quello, o perché è
                  piacevole o doloroso, amabile o penoso, dolce o amaro a questo o a quel-
                  lo. A tutto ciò non si bada e non si cerca, e neppure a se stessi o a quel che
                  ci riguarda. Infatti qui è perduta ed abbandonata ogni seità ed egoità, o-
                  gni io ed «a me». Qui non si dice: «Io ho caro me stesso, o te, o questo, o
                  quello, ecc.». E se all’amore si chiedesse cosa ama, egli direbbe che ama il
                  bene. E se gli si chiedesse perché, risponderebbe: «Perché è buono, e in
                  virtù del bene». Così è giusto, bene e ben fatto che sia amato. E se ci fosse
                  qualcosa di meglio di Dio, dovrebbe essere amato più di Dio. Perciò Dio
                  non  ama se stesso  in quanto  tale,  ma  in quanto è  il bene. E se vi fosse
                  qualcosa, e Dio conoscesse qualcosa di migliore di Dio, allora amerebbe
                  quello, e non se stesso. A tal punto l’egoità e la seità è separata da Dio e
                  non gli appartiene, se non quanto gli serve ad essere persona. Vedi, que-
                  sto deve essere ed è in verità in un uomo divino, ossia in un uomo vero,
                  divinizzato - altrimenti non sarebbe tale.


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                  Come in un uomo divinizzato l’amore sia puro e non mescolato, e come questo
                  amore voglia esser buono con tutte le creature e fare ciò che è meglio.

                  Ne segue che in un uomo divinizzato l’amore sia puro e non mescolato, e
                  di buon volere verso tutto e tutti. Perciò qui tutto e tutte le cose devon es-




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