Page 23 - Teologia tedesca
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ordine, legge e comandamento della santa Chiesa, anzi schernisce tutto
                  ciò, insieme  a tutti  quelli che osservano tali ordinamenti e ne fanno un
                  qualche conto. Da ciò si vede bene come queste due sorelle abitino insie-
                  me. E dato che questa viva superbia pensa anche di sapere e comprende-
                  re più di tutti gli uomini, vuole anche parlare e gridare più di tutti gli altri
                  uomini e vuole che le sue parole e i suoi discorsi siano stimati e ascoltati,
                  mentre  tutti  gli  altri  devono  essere  sbagliati,  degni  di  scherno  o  scioc-
                  chezze.


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                  Della povertà dello spirito e della vera umiltà, e da cosa si debbano riconoscere gli
                  uomini giusti, veraci, liberi, che la verità ha reso liberi.

                  Ma dove c’è la povertà spirituale e la vera, spirituale umiltà, le cose van-
                  no in modo del tutto diverso. E ciò deriva dal fatto che in verità si trova e
                  conosce che l’uomo, per se stesso e per quel che è suo, è un nulla e non
                  può, non ha, né è capace di fare altro che delitti, vizio e malizia. Ne segue
                  che l’uomo si scopre affatto indegno di tutto quel che gli può avvenire da
                  Dio o dalle creature e si sente colpevole, verso Dio e verso tutte le creatu-
                  re in suo luogo, in modo passivo, e talvolta anche in modo attivo e servi-
                  zievole. Perciò non si possiede mai qualcosa a buon diritto e si dice, con
                  animo Umile: è giusto ed equo che Dio e tutte le creature siano contro di
                  me, abbiano diritti su di me e contro di me, e che io non sia contro alcuno
                  e non abbia diritto a nulla.
                  Ne consegue che l’uomo non possa né voglia chiedere o desiderare nulla,
                  né da Dio né dalle creature, se non lo stretto necessario, e tutto ciò con ti-
                  more, come una grazia e non per diritto; e non benefica o accontenta il
                  suo corpo o la sua natura altro che per lo stretto necessario; e non permet-
                  te che alcuno lo aiuti o lo serva altro che per lo stretto necessario, e tutto
                  ciò con timore. Infatti non ha diritti su nessuno e si ritiene indegno di tut-
                  to ciò.
                  Quest’uomo pensa anche che tutte le sue parole e discorsi siano un nulla
                  e una sciocchezza. Perciò non discorre o parla per insegnare o correggere
                  chicchessia, a meno che non lo spingano l’amore divino e la fedeltà, ed
                  anche questo avviene soltanto con timore e quanto meno possibile.
                  In questa povertà ed umiltà spirituali si esperimenta e comprende anche
                  che ogni uomo è sempre legato a se stesso, inclinato e rivolto al vizio e al-
                  la malizia, e che è perciò necessario ed utile che vi siano ordine e guida,
                  leggi e comandamenti, in modo che la cecità riceva istruzione e la malizia
                  sia costretta all’ordine. Se ciò non vi fosse, gli uomini diventerebbero mol-




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