Page 18 - Teologia tedesca
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Che nessuno pensi di giungere a questa luce vera e perfetta conoscenza, o
                  vita di Cristo, con molte domande, per sentito dire, col leggere o studiare,
                  con alta arte e scienza o con elevata ragione naturale. Io dico anche che,
                  finché l’uomo trattiene per sé anche la pili piccola cosa, e fa o cura qual-
                  cosa per proprio piacere ed amore, per proprio desiderio e intenzione  -
                  sia questo o sia quello: l’uomo stesso sia quel che sia -, fino ad allora non
                  vi giunge. Cristo medesimo lo ha detto: «Se vuoi seguirmi, rinuncia a te
                  stesso e seguimi. Chi non rinuncia, abbandona e perde se, stesso e tutte le
                  cose, non è degno di me e non può essere mio discepolo» (Mt 16,24). Ciò
                  significa: chi non lascia e rinuncia a tutto, non può mai conoscere la verità
                  e giungere alla mia vita. E se questo non fosse mai stato detto da bocca
                  umana, tuttavia lo afferma la verità in sé. Perché in verità è così. Ma fin-
                  ché l’uomo ama le parti e il frammento, e soprattutto se stesso, e si occupa
                  di ciò e gli dà qualche importanza, è e diventa così cieco che non sa più di
                  nessun bene, se non di quello che è più di ogni altro utile e piacevole a se
                  stesso e al suo. Questo ritiene il migliore, e questo gli è più caro.


                  20.
                  Poiché la vita di Cristo è la più amara per ogni natura...e seità, la natura non
                  vuole assumerla e prende quella empia e falsa, che è per essa la più comoda e pia-
                  cevole.

                  Siccome la vita di Cristo è la più amara per ogni natura, seità ed egoità -
                  giacché per la vera vita di Cristo deve essere abbandonata e morire ogni
                  seità, egoità e natura -, ogni natura inorridisce di fronte a questa vita e
                  pensa che sia cattiva, ingiusta e una sciocchezza; e assume per sé una vita
                  comoda  e  piacevole,  immaginandosi  e  sostenendo,  nella  sua  cecità,  che
                  sia la migliore.
                  Vedi, non v’è per la natura vita tanto comoda e piacevole quanto quella
                  empia e libera. Perciò si tiene a questa e in essa si gode se stessa e la sua
                  seità, la sua continua pace e tranquillità e tutto il suo; e questo avviene
                  soprattutto dove c’è un’elevata ragione naturale. Infatti questa sale così in
                  alto nella sua luce propria e in se stessa, che pensa di essere la eterna luce
                  vera, e si spaccia per quella, ingannandosi ed ingannando anche altri, che
                  non sanno niente di meglio e che sono disposti a ciò.


                  21.
                  Come un amico di Cristo nella vita esteriore compia volentieri quel che è necessa-
                  rio e doveroso, e non si preoccupi del resto.




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