Page 21 - Teologia tedesca
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con amorevole, umile e vera misericordia: «Padre, perdona loro, perché
                  non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
                  Vedi, questa sarebbe una buona via per l’ottimo e per la preparazione allo
                  scopo finale che l’uomo può conseguire nel tempo, ovvero la gloriosa vita
                  di Cristo. Infatti nella vita di Cristo sono e permangono le suddette vie,
                  pienamente contenute fino alla fine della vita corporale. Perciò per la cara
                  e deliziosa vita di Gesù Cristo non c’è via o preparazione diversa o mi-
                  gliore di questa vita stessa e dell’esercitarsi in essa, per quanto è possibile.
                  E su ciò che la riguarda si è già detto qualcosa; e tutto quel che è stato det-
                  to e scritto qui o altrove, è tutto via o indicazione verso il vero fine. Ma su
                  cosa questo fine sia, nessuno può dire nulla. Ma chi volesse saperlo, per-
                  corra il retto cammino verso esso. Tale è questa vita.


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                  Quattro cose servono a che l’uomo sia ricettivo della verità divina e venga preso
                  dallo Spirito santo.

                  Ma c’è anche un’altra via alla vita di Cristo, come prima si è detto. Quan-
                  do e dove Dio e l’uomo sono uniti, cosicché in verità si dica - e la verità
                  precede - : vero, perfetto Dio e vero, perfetto uomo sono una cosa sola!
                  Però l’uomo si ritrae completamente davanti a Dio, in modo che Dio stes-
                  so è l’uomo, e tuttavia Dio stesso. E questo Uno opera costantemente nel
                  fare e nel non fare, senza alcun io, a me o mio, ecc. Vedi, qui è il vero Cri-
                  sto, e in nessun luogo altrove.
                  Dato che qui è il vero e perfetto uomo, qui è anche il perfetto sentire e
                  percepire il piacere e il dolore, la gioia e la sofferenza, e tutto ciò che può
                  essere percepito e provato interiormente ed esteriormente. E, dato che qui
                  Dio è lo stesso uomo, ha anche esperienza e sensazione del piacere, del
                  dolore ecc. Come un uomo, che non è Dio, esperimenta e percepisce tutto
                  quel che reca piacere o dolore all’uomo - soprattutto ciò che gli è avverso
                  -, così avviene anche dove Dio e l’uomo sono una cosa sola, e tuttavia Dio
                  è l’uomo. Qui viene provato e sentito ciò che è avverso a Dio e all’uomo.
                  E in quanto l’uomo qui si annienta e Dio è tutto, lo stesso avviene per ciò
                  che è avverso all’uomo: il suo soffrire diventa assolutamente nulla rispet-
                  to a quel che è contrario a Dio e gli reca dolore. E ciò deve durare da parte
                  di Dio, finché dura e permane la vita corporea e sensibile.
                  Bisogna anche tener fermo che l’Uno, in cui sono uniti Dio e l’uomo, è
                  vuoto e libero da se stesso, da tutti gli uomini e da tutto, e se è qualcosa,
                  lo è solo a causa di Dio, e non dell’uomo della creatura. Infatti proprio di
                  Dio è l’essere senza il questo il quello, senza seità ed egoità e ciò che le è




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