Page 20 - Teologia tedesca
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tamente distaccato da te stesso. Ma queste molte parole lo hanno chiarito
e spiegato di più e meglio.
Ora si dice: «A tutto ciò non sono preparato, e pertanto in me non può
avvenire», e in tal modo si trova una scusa. A questo bisogna rispondere
e dire: che l’uomo non sia preparato a ciò e non lo divenga, è davvero
colpa sua. E se l’uomo non avesse altro cui badare e da curare, se non sta-
re attento alla preparazione in tutte le cose e come in verità divenir pre-
parato, per certo Dio lo preparerebbe! Dio ha un grandissimo zelo e amo-
re e attenzione per la preparazione, come al suo effondersi - se l’uomo
fosse appena un po’preparato.
Perciò occorre un certo agire, come si dice: chi vuole apprendere un’arte
che non conosce, ha bisogno di quattro cose. La prima, la più necessaria, è
grande desiderio, zelo e costante impegno perché ciò avvenga. Se questa
manca, ciò non può avvenire. La seconda è che si abbia un modello, da
cui si può imparare. La terza è che si guardi e si faccia attenzione al mae-
stro, avendo in lui fiducia e ubbidienza e seguendolo. La quarta è che ci si
applichi ed eserciti. Se manca una di queste condizioni, l’arte non viene
mai appresa e acquisita.
Vedi, così stanno le cose anche con questa preparazione. Chi ha la prima,
zelo e costanza, serio desiderio del fine, cerca e trova tutto quel che occor-
re, che serve ed è utile allo scopo. Ma chi non ha serietà, amore e deside-
rio, neppure cerca. Perciò non trova e rimane non preparato e non giunge
mai al fine.
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Chi vuole patir Dio ed essere ubbidiente deve patire tutte le cose, ovvero Dio, se
stesso e tutte le creature, e deve essere ubbidiente a tutte in modo passivo e talvol-
ta anche in modo attivo.
Si parla di diverse vie e modi di preparazione. Si dice anche che bisogna
patir Dio nell’ubbidienza ed essere distaccati e sottomessi. Questo è giu-
sto. Infatti, chi giungesse al fine che si può raggiungere e conseguire nel
tempo, in lui tutto ciò sarebbe perfetto. Ma chi deve e vuole patir Dio, è
necessario che tutto patisca, Dio, se stesso ed ogni creatura, senza ecce-
zione. E chi deve e vuole esser a Dio ubbidiente, abbandonato e sottomes-
so, deve esser da tutto distaccato, ubbidiente e sottomesso, in modo pas-
sivo e non attivo, e ciò in un continuo silenzioso permanere interiore nel
fondo della sua anima e in un segreto nascosto patire, tutto sopportando
e soffrendo, e in tutto ciò senza mai esercitare o desiderare alcuna sorta di
espediente o di scusa, né contrasto o vendetta, in tutte le cose dicendo,
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