Page 14 - Teologia tedesca
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potere qualcosa, e ha di mira se stesso e il suo nelle cose, ed ama se stesso,
                  ecc.
                  L’uomo  fu  ed  è  creato  per  la  vera  ubbidienza,  e  la  deve  a  Dio.
                  L’ubbidienza cadde e perì in Adamo, ed è risorta e tornata vivente in Cri-
                  sto; e in Adamo è sorta e venuta alla vita la disubbidienza, che in Cristo è
                  morta. Sì, l’umanità di Cristo fu e rimase tanto libera da se stessa e da tut-
                  te le creature, come mai in nessun uomo, e non fu altro che una casa o
                  dimora di Dio. Ed essa non si attribuiva niente di ciò che appartiene a Dio
                  - quel che la sunnominata umanità era e viveva, e come era una dimora
                  della divinità -. Niente si attribuiva della divinità, di cui era dimora, né di
                  ciò che in lei la divinità voleva, faceva o non faceva, e neppure di ciò che
                  avveniva o veniva sofferto nell’umanità. Ma nell’umanità non c’era un at-
                  tribuirsi, né un ricercare o desiderare, se non un cercare e desiderare sol-
                  tanto quel che piaceva alla divinità, e neppur questo si attribuiva. Di que-
                  sto significato non si può qui scrivere o parlare oltre. È inesprimibile, non
                  fu mai pienamente espresso fino in fondo, e neppure lo sarà mai. Non si
                  lascia esprimere né scrivere, se non da colui che lo è e lo sa.


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                  Cosa sia l’uomo vecchio e anche cosa sia l’uomo nuovo.

                  Bisogna anche distinguere, quando si parla di un uomo vecchio e di un
                  uomo nuovo. Vedi, il vecchio è Adamo, la disubbidienza, la seità, l’egoità
                  ecc.  Invece  l’uomo  nuovo  è  Cristo  e  l’ubbidienza.  Quando  si  parla  del
                  morire e del perire e simili, si intende che l’uomo vecchio deve essere an-
                  nientato, e, se ciò accade in una vera luce divina, allora nasce al suo posto
                  l’uomo nuovo.
                  Si dice anche che l’uomo deve morire a se stesso, ovvero che deve morire
                  l’egoità e la seità dell’uomo. Ne parla san Paolo: «Spogliatevi dell’uomo
                  vecchio e delle sue opere, e rivestitevi dell’uomo nuovo, creato e formato
                  secondo Dio» (Ef 4,22.24). Chi vive nella sua seità e secondo l’uomo vec-
                  chio, si chiama ed è figlio di Adamo. Può vivere in tale stato così profon-
                  damente  da  essere  anche  figlio  e  fratello  del  demonio.  Invece  chi  vive
                  nell’ubbidienza e nell’uomo nuovo, è fratello di Cristo e figlio di Dio.
                  Vedi, quando muore l’uomo vecchio e nasce il nuovo, avviene una rina-
                  scita. Ne parla Cristo: «Se non nascerete una seconda volta, non giungere-
                  te nel regno di Dio» (Gv 3,3). Dice anche san Paolo: «Come tutti gli uomi-
                  ni  morirono  in  Adamo,  così  torneranno  in  vita  tutti  in  Cristo»  (1  Cor
                  15,22).  Ciò  significa  che  tutti  quelli  che  seguono  Adamo  nella  disubbi-
                  dienza  sono  morti  e  non  torneranno  mai  alla  vita  in  Cristo.  Questo  di-




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