Page 22 - Spiegazione del Credo
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figlio  della  perdizione,  che  avversa  e  si  erige  contro  tutto  ciò  che  viene  definito  e
                  venerato  come  Dio,  sì  da  sedere  nel  tempio  di  Dio,  manifestando  se  stesso  come  se
                  fosse Dio» (2Tess 2, 3-4). E poco dopo:  «E allora si rivelerà l’empio, che il Signore
                  Gesù  ucciderà  col  soffio  della  sua  bocca  e  lo  annienterà  con  lo  splendore  della  sua
                  venuta. L’avvento di costui sarà accompagnato dalle opere di Satana, con ogni potenza
                  miracoli  e  prodigi  menzogneri»  (2Tess  2,  8-9).  E  ancora  poco  dopo:  «Perciò  Dio
                  permetterà che essi cadano nell’errore, perché credano alla menzogna, e siano giudicati
                  tutti quelli che non hanno creduto alla verità» (2Tess 2, 11-12).
                  Perciò  questo  errore  ci  viene  predetto  dalle  parole  dei  profeti,  del  vangelo  e  degli
                  apostoli,  al  fine  che  nessuno  in  luogo  della  venuta  di  Cristo  creda  alla  venuta
                  dell’Anticristo. Ma, come ha detto proprio il Signore, «quando vi diranno: Ecco, Cristo
                  è qui, oppure: È lì, non credete. Infatti verranno molti falsi cristi e molti falsi profeti e
                  trarranno in inganno molti» (Mt 24, 23-24). Ma vediamo come egli abbia presentato il
                  segno del vero Cristo: «Come il lampo – dice – risplende da Oriente fino a Occidente,
                  così sarà la venuta del Figlio dell’uomo» (Mt 24, 27). Quando poi il vero Signore Gesù
                  Cristo sarà venuto, siederà e giudicherà, come è detto nel vangelo: «Separerà le pecore
                  dai capretti» (Mt 25, 32), cioè, separerà i giusti dagli ingiusti. Come anche l’apostolo
                  scrive:  «Tutti  noi  dobbiamo  presentarci  davanti  al  tribunale  di  Cristo,  per  ricevere
                  ognuno ciò che gli spetta secondo quanto ha operato quando era nel corpo, sia bene sia
                  male» (2Cor 5, 10). Infatti saremo giudicati non soltanto per ciò che avremo fatto ma
                  anche  per  ciò  che  avremo  pensato,  secondo  quanto  dice  ancora  l’apostolo:
                  «Reciprocamente  tra  di  loro  con  pensieri  che  li  accusano  e  anche  li  difendono,  nel
                  giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini» (Rom 2, 15-16). E con ciò basta su
                  questo argomento.

                  33. Appresso, nell’esposizione di fede è scritto: E nello Spirito Santo. Le verità che qui
                  sopra sono state tramandate in forma un po’ più particolareggiata su Cristo, riguardano
                  il mistero della sua incarnazione e della sua passione. Poiché esse riguardano la stessa
                  persona  (del  Figlio),  sono  inserite  nella  parte  intermedia  del  Simbolo  e  così  hanno
                  ritardato un po’ la menzione dello Spirito Santo. Se invece si fosse tenuto conto soltanto
                  della  divinità,  allo  stesso  modo  con  cui  all’inizio  è  detto:  «Credo  in  Dio  Padre
                  onnipotente»  e  subito  dopo:  «In  Gesù  Cristo  unico  suo  Figlio  nostro  Signore»,  così
                  subito  dopo seguirebbe:  «E nello Spirito Santo».  Infatti  tutte le altre verità che sono
                  tramandate su Cristo, si riferiscono – come abbiamo detto – all’economia della carne.
                  Perciò nella menzione dello Spirito Santo si completa il mistero della Trinità.
                  Infatti come diciamo un solo Dio e non c’è altro Padre, e come diciamo un solo Figlio
                  unigenito e non c’è altro unigenito, così anche lo Spirito Santo è uno solo e non ci può
                  essere un altro Spirito Santo.  Pertanto  a fine di  distinguere le persone sono distinti i
                  termini  che indicano le  relazioni, con i  quali intendiamo come Padre colui dal  quale
                  derivano tutte le altre realtà e che non ha padre egli stesso; questo è il Figlio, in quanto è
                  nato  dal  Padre;  questo  è  lo  Spirito  Santo,  in  quanto  procede  dalla  bocca  di  Dio  e
                  santifica ogni cosa. E per dimostrare che una sola e la stessa è la divinità della Trinità,
                  come  diciamo  di  credere  in  Dio  Padre,  aggiungendo,  cioè,  la  preposizione  in,  così
                  diciamo  di  credere  anche  in  Cristo  suo  Figlio  e  così  anche  nello  Spirito  Santo.  Ma
                  perché risulti più chiaro ciò che diciamo, comproviamolo con ciò che segue.

                  34.  Infatti  subito  appresso  il  Simbolo  continua:  La  santa  Chiesa,  la  remissione  dei
                  peccati, la resurrezione di questa carne. Non è detto: «Nella santa Chiesa» né «nella


                  RUFINO DI AQUILEA – Spiegazione del Simbolo                                  pag. 20 di 27
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