Page 18 - Spiegazione del Credo
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prefigurati gli stessi fatti, dove è ricordato anche il giardino nel quale fu crocifisso.
Infatti il Signore dice così: «Sono entrato nel mio giardino, sorella mia sposa, e ho
vendemmiato la mia mirra» (Ct 5, 1), dove chiaramente ha indicato il vino mirrato col
quale fu dissetato.
25. È scritto che subito dopo rese lo spirito (Mt 27, 50). Anche questo era stato
preannunziato dal profeta, che in persona del Figlio diceva al Padre: «Nelle tue mani
affido il mio spirito» (Sal 30, 6). È raccontato che fu sepolto e che all’entrata della
tomba fu apposta una grande pietra (Mt. 27, 60). Ascolta che cosa su questo abbia
predetto la parola profetica di Geremia: «Hanno messo a morte in una fossa la mia vita
e hanno posto una pietra su di me» (Lam 3, 53). È questo un accenno chiarissimo fatto
dalla parola del profeta alla sua sepoltura. Ma stanne a sentire anche altri: «Il giusto – è
scritto – fu tratto via dal cospetto dell’iniquità e il suo posto sarà in pace» (Is 57, 1). E
altrove: «E darò i cattivi per sua sepoltura» (Is 53, 9). E ancora un altro passo:
«Giacendo hai dormito come un leone e come un leoncello: chi lo risveglierà? (Gen 49,
9).
26. Anche la sua discesa all’inferno (Rom 10, 7; 1Pt 3, 18-20) è prefigurata con
chiarezza nei Salmi, dove egli dice: «Mi hai tratto nella polvere della morte» (Sal 21,
16). E ancora: «Che giovamento c’è nel mio sangue, mentre discendo nella
corruzione?» (Sal 29, 10). E ancora: «Son disceso nel fango profondo e non c’è
sostegno per me» (Sal 68, 3). Anche Giovanni dice: «Sei tu che verrai? – senza dubbio
nell’inferno – o aspettiamo un altro?» (Lc 7, 20). Sì che anche Pietro dice: «Cristo
messo a morte quanto alla carne, ma riportato in vita quanto allo spirito, con questo
spirito va anche a predicare a quegli spiriti che erano stati chiusi in carcere, che erano
stati increduli nei giorni di Noè» (1Pt 3, 18-20). Qui è anche spiegato che cosa egli
abbia operato nell’inferno. Ma proprio il Signore, quasi riferendosi al futuro, dice per
mezzo del profeta: «Non abbandonerai l’anima mia nell’inferno e non permetterai che il
tuo santo provi la corruzione» (Sal 15, 10). E nondimeno, con parola profetica egli
dimostra ancora che questo si è verificato, quando dice: «Signore, hai condotto fuori
dall’inferno la mia anima e mi hai salvato da quelli che discendevano nella fossa» (Sal
29, 4).
27. Poi il Simbolo continua: Il terzo giorno è risorto. La gloria della resurrezione ha
dissolto in Cristo tutto ciò che appariva debole e fragile. Se poco fa non ti sembrava
possibile che l’immortale venisse a morte, osserva ora come non possa essere mortale
colui che, vinta la morte, è detto essere risorto. E comprendi in questo la bontà del
creatore, perché egli avendo pietà di te è disceso fin là dove tu eri stato precipitato a
causa del peccato. Né accuserai d’impotenza Dio creatore di tutte le cose, sì da credere
che la sua creatura a causa della caduta sia stata imprigionata là dove egli non poteva
arrivare per liberarla. Parliamo di livelli inferiori e superiori in relazione a noi, che
chiusi in una ben delimitata forma corporea, siamo ristretti entro i limiti della norma che
ci è stata assegnata. Ma per Dio, ch’è dovunque e non manca da nessuna parte, che cosa
è inferiore e che cosa superiore? E tuttavia nell’incarnazione si realizza anche questa
delimitazione.
È risorta la carne che era stata deposta nel sepolcro, perché si adempisse ciò ch’era stato
predetto dal profeta: «Non permetterai che il tuo santo provi la corruzione» (Sal 15, 10).
Perciò torna vincitore dai morti, traendo con sé le spoglie dell’inferno: infatti ha
condotto fuori coloro ch’erano trattenuti dalla morte, come egli stesso aveva predetto
RUFINO DI AQUILEA – Spiegazione del Simbolo pag. 16 di 27