Page 19 - Spiegazione del Credo
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con queste parole: «Quando sarò innalzato, trarrò tutto a me» (Gv 12, 32). E di ciò è
testimone anche il vangelo, là dove dice: «Si aprirono i sepolcri, e molti corpi di santi
che vi riposavano risorsero e apparvero a molti, ed entrarono nella città santa» (Mt 27,
52-53): per certo entrarono in quella città santa della quale l’apostolo dice: «Ma la
Gerusalemme di lassù è libera, essa ch’è la madre di tutti noi» (Gal 4, 26). Come dice in
altro passo anche agli Ebrei: «Era giusto che colui, per il quale e dal quale sono state
create tutte le cose, volendo condurre alla gloria molti figli, elevasse a perfezione, per
mezzo dei patimenti, l’autore della loro salvezza» (Eb 2, 10). Perciò (Cristo) ha
collocato nel più alto dei cieli alla destra del trono di Dio la carne elevata a perfezione
dai patimenti, per mezzo della quale con la potenza della resurrezione aveva riparato il
peccato del primo creato; sì che anche l’apostolo dice: «Insieme con lui ci ha resuscitato
e insieme ci ha fatto sedere nei cieli» (Ef 2, 6). Infatti egli era il vasaio che, come
c’insegna il profeta Geremia, «il vaso che gli era sfuggito di mano e si era rotto, di
nuovo lo tirò su con le sue mani e lo plasmò di nuovo, come volle» (Ger 18, 4). Così il
corpo, che aveva assunto mortale e corruttibile, innalzato dalla pietra del sepolcro e
fatto immortale e incorruttibile, egli ha voluto collocare non già in terra ma in cielo e
alla destra del Padre. Di questi misteri sono piene le Scritture del Vecchio Testamento:
non ne ha taciuto nessun profeta, nessuno scrittore di leggi, nessuno scrittore di salmi;
ma ne parla quasi ogni pagina sacra. Mi sembra perciò superfluo indugiare a radunare
testimonianze. Addurremo tuttavia pochi passi, proprio pochi, rinviando alle stesse fonti
dei libri divini quanti vogliono abbeverarsi più copiosamente.
28. È detto subito nei Salmi: «Mi ero assopito e immerso nel sonno, e mi svegliai
perché il Signore mi difenderà» (Sal 3, 6); e in un altro passo: «Per lo strazio dei miseri
e il gemito dei poveri subito mi leverò, dice il Signore» (Sal 11, 6); e in un altro passo,
come sopra abbiamo detto: «Signore, hai condotto fuori dell’inferno la mia anima, mi
hai salvato da quelli che discendevano nella fossa» (Sal 29, 4); e ancora: «Perché rivolto
a me mi hai ridato la vita e mi hai tratto fuori di nuovo dalla profondità della terra» (Sal
70, 20). E nel modo più chiaro nel Salmo 87 è detto di lui: «E diventò come un uomo
senza aiuto, libero fra i morti» (Sal 87, 5-6). Il salmista non ha detto «uomo», ma «come
un uomo». Infatti era come un uomo, perché era disceso nell’inferno; ma era libero tra i
morti, perché la morte non lo poteva trattenere: perciò una parola presenta la natura
dell’umana fragilità, e l’altra la natura della maestà divina. Il profeta Osea ha predetto
con evidenza anche il terzo giorno in questo modo: «Ci risanerà dopo due giorni; e il
terzo giorno risorgeremo e vivremo al suo cospetto» (Os 6, 3). Osea qui parla nella
persona di quelli che, risorgendo con lui il terzo giorno, sono richiamati dalla morte alla
vita; e son questi che dicono: «Il terzo giorno risorgeremo e vivremo al suo cospetto».
Invece Isaia dice apertamente: «Colui che trasse fuori dalla terra il grande pastore delle
pecore» (Is 63, 11).
Quanto poi al fatto che le donne avrebbero visto la sua resurrezione, mentre gli scribi, i
farisei e il popolo non avrebbero creduto, anche questo Isaia predice con tali parole:
«Donne, che venite dallo spettacolo, accorrete: infatti non è un popolo che abbia
raziocinio» (Is 27, 11). Quanto poi a quelle donne di cui si dice che vennero al sepolcro,
lo cercarono e non lo trovarono, come di Maria si dice che venne prima dell’alba e, non
avendolo trovato, disse piangendo all’angelo che stava là: «Hanno portato via il Signore
e non so dove l’hanno messo» (Lc 24, 1-3; Gv 20, 1. 13), anche tutto ciò è predetto nel
Cantico dei cantici così: «Nel mio letto ho cercato quello che la mia anima ha amato; di
notte l’ho cercato e non l’ho trovato» (Ct 3, 1. 2). Anche riguardo alle donne che lo
RUFINO DI AQUILEA – Spiegazione del Simbolo pag. 17 di 27