Page 26 - Spiegazione del Credo
P. 26
insegnando ai Sadducei, dice: «Quanto poi al fatto che i morti non risorgerebbero, non
avete letto come venga detto a Mosè nel rovo: il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il
Dio di Giacobbe? Non è Dio dei morti ma dei vivi» (Mt 22, 31-32; Mc 12, 26-27). E in
un passo precedente di questo stesso contesto ha anche ricordato quale e quanta sia la
gloria della resurrezione, dicendo: «Nella resurrezione dei morti né gli uomini avranno
moglie né le donne avranno marito, ma saranno come gli angeli di Dio» (Mt 22, 30).
Perciò la potenza della resurrezione conferisce agli uomini la condizione angelica,
perché coloro che sono risorti dalla terra vivano non più di nuovo in terra con gli
animali, bensì in cielo con gli angeli. Ma ciò vale per quelli che saranno ammessi a tale
condizione in forza di un modo di vita sufficientemente puro: cioè, coloro che già ora
custodendo la carne come compagna dell’anima nel servizio di Dio, l’avranno
assoggettata con il freno della pudicizia all’obbedienza dello Spirito Santo; in tal modo,
purificatala da ogni sozzura di peccato e trasformatala in gloria spirituale per virtù della
santificazione, meriteranno di introdurla anche nel consorzio degli angeli.
40. Ma gl’infedeli obiettano e dicono: Ma la carne, che si dissolve putrefatta o si muta
in polvere e talvolta anche viene inghiottita dal profondo del mare e viene dispersa dai
flutti, in che modo può ricomporsi di nuovo e reintegrarsi insieme, sì che da essa venga
di nuovo formato il corpo dell’uomo? A costoro indirizziamo subito una prima risposta
con le parole di Paolo: «Sciocco tu! Ciò che semini non prende vita se prima non
muore; e quello che tu semini non è il corpo che dovrà nascere, ma semini un nudo
chicco di grano o di qualche altra semente. Dio poi gli dà corpo come vuole» (1Cor 15,
36-38). E perciò quel che vedi annualmente accadere per i semi che getti in terra, non
credi che possa verificarsi per la tua carne, che per legge divina viene seminata in terra?
Perché – ti prego – valuti tanto poco la potenza di Dio da non ritenere possibile che la
polvere dispersa di una qualsiasi carne possa riunirsi e ricomporsi secondo la sua forma
originaria, mentre vedi che la capacità dell’uomo riesce a scorgere anche le vene dei
metalli immerse nel profondo della terra? Infatti l’occhio del competente scorge l’oro là
dove l’inesperto vede soltanto terra. E a colui che ha creato l’uomo non concediamo
neppure tanto quanto può riuscire a fare l’uomo ch’è stato creato da lui? Così, mentre la
capacità dell’uomo mortale scopre che c’è una vena propria dell’oro, un’altra propria
dell’argento e una molto diversa del bronzo, e che sotto la superficie della terra sono
nascoste vene diverse di piombo e di ferro, non crederemo che la potenza divina sia in
grado di individuare e ritrovare le componenti naturali proprie di ogni corpo carnale,
anche se esse sono disperse?
41. Ma cerchiamo ancora di aiutare con ragionamenti naturali le anime che vengono
meno nella fede. Immaginiamo che uno mescoli insieme semi diversi e
indiscriminatamente li dissemini e li sparga qua e là in terra. Che forse il principio
formale di ogni seme, dovunque questo sarà capitato, non farà nascere a tempo
opportuno il germe secondo la natura della sua specie e non riprodurrà lo stelo secondo
la sua forma e il suo corpo? Analogamente, ammettiamo anche che la sostanza di una
qualsiasi carne sia stata variamente dispersa in diversi luoghi: tuttavia, allorché per
volontà di Dio arriderà la primavera per i corpi seminati in terra, il principio formale
che c’è in ogni carne ed è immortale – infatti è carne dell’anima immortale – raccoglierà
da terra e riunirà insieme le parti componenti della sua sostanza e li restituirà a quella
forma che una volta la morte aveva dissolto. Così avviene che a ogni anima non viene
restituito un corpo estraneo o variamente mescolato, ma proprio quello suo, che aveva
RUFINO DI AQUILEA – Spiegazione del Simbolo pag. 24 di 27