Page 9 - Sermoni
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apporta  loro  grande  ricompensa;  essi  credono  di  essere  cattivi  e  sono  buoni;
                  credono di essere per questo dei grandi peccatori e sono agli occhi di Dio dei
                  martiri sublimi: perché fa mille volte più male essere così martirizzati a ogni ora
                  che  perdere  il  capo  con  un  solo  colpo.  E,  per  essere  breve,  secondo  la  Sacra
                  Scrittura  e  secondo  la  Verità,  questa  prova  è  un  vero  segno  d’amore
                  dell’immensa grazia e  della grande  intimità  che dopo di ciò verranno loro. E
                  perciò  devono  soffrirla  lietamente  e  volentieri,  perché  sicuramente  dopo
                  l’amarezza  verrà  loro l’eterna beatitudine.  Così  avvenne una volta. C’era una
                  religiosa in un chiostro che aveva pure lei di queste sofferenze. Quando morì,
                  ritornò  e  disse  che  ciò  era  stato  quaggiù  il  suo  purgatorio  e  che  era  stata
                  ricevuta  da  Dio  senza  alcun  ostacolo  nell’eternità.  Il  nostro  amabile  Signore
                  Gesù Cristo in ciò aiuti pure noi. Amen.




                             Miserunt Iudaei ab Hierosolymis sacerdotes

                             et levitas ad Johannem, ut interrogarent eum:

                                                   «Tu quis es?»


                     I giudei e i farisei mandarono dei messaggeri a Giovanni, per chiedergli chi
                  fosse, se fosse Elia. Egli confessò e non negò e disse: «Non sum». «Sei allora il
                  Cristo?» «Non sum». «O un profeta?» «Non sum».
                     Figli, ci sono ancora molti di questi farisei che vanno facendo delle domande
                  oziose.  Gli  uni  chiedono  di  cose  mondane,  che  cosa  fa  questo  e  quello,  delle
                  novità nelle città e nei paesi e presso i signori; di ciò che accade tra le persone,
                  siano  religiosi  o  secolari,  di  questo  e  di  quello;  e  trovano  il  loro  piacere
                  nell’apprendere  notizie  fresche.  Che  grande  vergogna  per  dei  religiosi!  Un
                  uomo di vita spirituale dovrebbe sempre arrossire a raccontare e ad apprendere
                  tali  nuove.  Che  importa  a  un religioso  tutto  ciò  che  questo  mondo  può  fare?
                  Altri  interrogano  per  curiosità,  nel  loro  desiderio  di  sapere  molto  e  di
                  comprendere le cose elevate e di poterne parlare, e da ciò neppure viene mai
                  fuori alcunché di buono. I terzi interrogano per tentare, desiderando sapere ciò
                  che c’è tra la gente e questi se ne vengono con delle adulazioni, come i giudei
                  che dicevano: «Maestro, noi sappiamo che sei veritiero». Così agiscono costoro.
                  Se trovano nelle persone la loro stessa maniera di vivere, tutto è bene, e, se non
                  la  trovano,  tutto  l’agire  di  quelle  non  vale  niente.  Se  ne  vanno  allora  a
                  interrogare altri, e questionano sempre allo stesso modo, per difendere le loro
                  pratiche erronee, e non vogliono mai smettere, qualunque cosa loro si dica o si
                  canti. Una quarta categoria di persone sono dei buoni interrogatori: il loro cuore
                  e  la  loro  anima  cercano  ardentemente  l’amabilissima  volontà  di  Dio.  Sia  che
                  mangino o dormano o lavorino o camminino o stiano fermi, si chiedono: “Come
                  arriveremo a compiere la carissima volontà del nostro diletto Dio?”. La quinta
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