Page 20 - Sermoni
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così è ora per noi: «Io lascio il mondo, lascio di nuovo il mondo», cioè tutte le
cose. La mattina, al primo aprire degli occhi, di’: «Amabile e puro Bene, vedi, io
voglio cominciare di nuovo a lasciare me stesso e tutte le cose». E così mille
volte al giorno; così spesso tu ti ritrovi, tanto spesso devi lasciarti. Tutto consiste
in questo, si giri la cosa come si vuole: non si fa nulla senza di ciò.
Ci sono delle persone che servono Dio da quarant’anni, e si esercitano e
fanno molte opere buone, e sono alla fine così lontane come all’inizio, proprio
come accadde ai figli d’Israele, quando camminarono per quarant’anni
attraverso il deserto con molti grossi travagli e stenti; quando credevano di
essere arrivati alla fine, si trovavano sempre allo stesso punto da cui erano
partiti all’inizio. Oh, quante grosse fatiche e spese e tempo si perdono da molti
uomini ai quali sembra, e sembra pure ad altre persone, che siano in buono
stato, e pensano di avere fatto tutto bene e sono ancora al primo punto da cui
sono partiti all’inizio! Questo abbandonarsi è la cosa più difficile all’inizio e lo
sarà pure alla fine. Così non ci si abbandona mai troppo, si trova sempre da
abbandonarsi di nuovo, di più e in maniera nuova. Qui molti cadono, quando
sembra loro di non averne più bisogno; più si diventa nobili, più
minuziosamente ci si deve abbandonare.
Ora ci sono delle persone che, appena si sono abbandonate, si riprendono, le
une in una maniera scaltra, le altre in una maniera animale, le terze in una
maniera luciferina. Intendete ora la maniera scaltra: la natura è tanto scaltra e
cerca le cose sue tanto lestamente. «Dio mi benedica, io ho buona intenzione in
ciò». E sa discolparsi così bene, crea tanti pretesti e vuole essere-più sapiente di
Dio. Sappiatelo: chi si mette sugli occhi una placca d’oro o una placca nera di
ferro, vede tanto poco attraverso l’oro quanto attraverso il ferro. Quella nobile
lo acceca così come l’altra; tu vedi tanto attraverso l’una come attraverso l’altra.
Lascia dunque andare tutte le creature, per nobili che siano o che tu le creda, e
aiutati come puoi. Molte persone sono così poco abbandonate che, se si trovano
in una comunità, si comportano a causa di un fuso o di un’altra cosuccia simile
come cani arrabbiati, e abbaiano e gridano. Un uomo spirituale dovrebbe essere
così abbandonato che, se lo si percuotesse in una guancia, dovrebbe presentare
l’altra; qualunque cosa gli si facesse, dovrebbe restare in pace. Al nostro amabile
modello, nostro Signore Gesù Cristo, si diceva che era un seduttore, un
traditore, un mangione ed era posseduto dal diavolo. Egli taceva e sopportava
ciò benignamente.
Si legge nelle vite dei padri che un discepolo chiese al maestro in che modo
dovesse diventare perfetto. Questi gli disse di andare dove stavano i morti e di
lodarli molto per un momento e per un altro momento di accusarli fortemente.
Per loro fu la stessa cosa: «Così dev’essere per te» disse quello. Il nostro amabile
maestro Cristo dice: «Nel mondo soffrirete penuria e fatica, ma in me avrete la
pace».
In secondo luogo tali persone si riprendono in una maniera animale. Non
intendo qui le persone che vivono come gli animali, intendo coloro che
desiderano in maniera naturale l’amabile bene che si chiama ed è Dio. L’uomo
non deve fare le sue opere irrazionalmente, per inclinazione o desiderio