Page 24 - Sermoni
P. 24
Devono essere pietrificati quei cuori che non sono toccati da queste penetranti
realtà! Perciò, care figlie, abbandonate puramente il mondo perché è così
perfido! Il suo piacere è impurità, il suo consiglio è superbia e avarizia. Il suo
servizio è dolce, la sua mercede è grama; il suo fiore è bello, il suo frutto è
puzzolente; la sua sicurezza è tradimento, il suo aiuto è avvelenamento; il suo
promettere è mentire, la sua salvezza è inganno. Per gioia dà rimorso,
ignominia per onore, falsità per lealtà. In luogo di ricchezza dà grande povertà,
in luogo della vita eterna la morte eterna. Chi in questo tempo sceglie il piacere
del mondo, per il che abbandona Dio, quando arriva poi la separazione, deve
essere privo di entrambi. Egli non pensa come può essere piacevole là dove
mille anni sono un giorno, e che deve stare dove una notte è mille anni e mai
più sarà giorno; a questa notte dobbiamo pensare bene.
Misericordioso Dio, è tuo giusto giudizio che il ricco, che vestiva
deliziosamente e banchettava ghiottamente, agiva benignamente con se stesso e
dimenticava i poveri, sia sepolto nell’inferno. Di ciò dice il tuo servo Giobbe: «I
cuori mondani hanno timpani e danze e si dilettano al suono degli zufoli; essi
vivono buoni giorni e in un batter d’occhi scendono all’inferno». La loro
speranza – dice il saggio uomo – è come un cappello che il vento porta via,
come una spuma che il temporale disperde, come un fumo che il vento scaccia,
e come il ricordo dell’ospite di un giorno.
Perciò gli amici di Dio e tutti gli uomini devono dare allegramente congedo a
questo falso mondo, perché, se uno avesse posseduto il mondo per mille anni,
ciò non sarebbe ora che un istante; la proprietà della sua natura è un morire e
lasciare. Perciò, care figlie, voi che ora avete rinunziato per Dio al mondo con
tutte le sue tentazioni, rallegratevi e ringraziate Dio per la sua grande grazia, e
non guardatevi intorno per non perdere un grande bene per piccole cose. Guai
a quelli che, in luogo dell’amabile amicizia di nostro Signore Gesù Cristo,
scelgono l’amore transitorio e l’amicizia del mondo, che sono una perdita di
tempo, un rubamento del cuore e una distruzione di ogni vita spirituale. Essi
inviano messaggi, scrivono e salutano, hanno molte chiacchiere, sollecitazioni e
molti pensieri e immagini di cose mondane (come un uomo assetato che sogna
acqua fresca) e, quando l’hanno messa di qua e di là, essa scompare e non
trovano che una mano vuota e una coscienza triste. Non è questo un vero
vestibolo dell’inferno, privarsi per pochi beni e piaceri temporali del Bene
eterno, supremo? Come staranno vergognosi all’altro mondo davanti ai loro
amici, sì, davanti a tutte le creature, come arrossiranno e si affliggeranno per
avere trascurato un così grande ed eterno Bene per così piccole cose! Com’è
incomparabilmente meglio servire Dio in questo breve tempo con cuore puro e
con gioia! Anche se non ci fosse altra ricompensa, una buona coscienza è
sufficiente ricompensa a se stessa.
Ora alcuni dicono che il Signore fa soffrire molto i suoi servi. La sofferenza
che Dio dà ai suoi amici è un peso leggero, poiché il Signore stesso li aiuta a
portarlo. Per la sofferenza diventiamo cari a Dio e ci uniamo con lui; la sua
consolazione interiore prevale su ogni sofferenza. Chi vive in questo tempo
senza sofferenza? In verità nessuno sulla terra, per quanto elevati siano i