Page 99 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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una  seconda  ammonizione  eviterò  l’uomo  eretico,  sapendo  che  un  tale
                  individuo  è  stato  sovvertito,  e  pertanto  devo  cautamente  provvedere  perché
                  non sia anche un sovvertitore. Pertanto non è poca cosa, secondo la parola del
                  Saggio, che gli iniqui siano presi nei loro lacci, specialmente quegli iniqui che
                  usano  le insidie come loro  armi. Con costoro  è  inutile una discussione  o una
                  difesa. Si tratta di gente rozza e vile, senza cultura e  del tutto imbelle. E poi
                  sono volpi, e volpi piccole, ma neppure in quelle cose in cui sono detti di non
                  sentire  rettamente  si possono  convincere,  anche  se  si  tratta  di  cose  non  tanto
                  sottili e facilmente comprensibili, e questo specialmente quando sono donnette
                  ignoranti e idiote, come sono tutti quelli appartenenti a questa setta con i quali
                  ho  avuto  a  che  fare.  E  neppure  nelle  loro  asserzioni  ricordo  di  aver  udito
                  qualche cosa di nuovo o di inaudito, ma sempre cose trite e ritrite tra gli antichi
                  eretici  e  dai  nostri  riesumate  e  rispolverate.  C’è  tuttavia  da  dire  quali  siano
                  quelle inezie che, richiesti dai cattolici, questi eretici meno cauti nel rispondere
                  hanno confessato, in parte perché divisi e litigando tra loro hanno manifestato
                  gli uni degli altri, e in parte cose rivelàte da alcuni di loro ritornati alla Chiesa
                  Cattolica. Non che io risponda a tutte non è infatti necessario ma tanto perché si
                  sappiano. Ma questo sarà materia di un altro sermone, a lode e gloria del nome
                  dello Sposo della Chiesa Gesù Cristo nostro Signore che  è sopra tutte le cose
                  Dio benedetto nei secoli. Amen.



                                                   SERMONE LXVI


                  I. Ancora su questi nuovi eretici; sono questi quelli dei quali specialmente dice l’Apostolo che
                  nell’ipocrisia proferiscono menzogna. II. Condannano le nozze; taluni le ammettono solo per chi
                  è  vergine.  Confutazione.  III.  I  cibi  che  giudicano  immondi;  dicono  di  consumare  il  corpo  di
                  Cristo,  e  si  dicono  «apostolici».  IV.  Confutazione  del  fatto  che  dicono  che  non  si  devono
                  battezzare i bambini, non si deve pregare per i defunti, non si deve chiedere la intercessione dei
                  santi. V. Disprezzano gli Ordini e gli statuti della Chiesa, e ciò è segno di maggiore ostinazione,
                  quando sono presi, si danno la morte per le loro sette.


                  I.  1,  Prendeteci  le  volpi  piccoline  che  guastano  le  vigne  (Cant  2,15).  Eccomi
                  nuovamente  a  queste  volpi.  Sono  esse  che  camminano  fuori  strada  e
                  vendemmiano  la  vigna.  Non  si  contentano  di  abbandonare  la  strada  se  non
                  possono  disertare  anche  la  vigna,  aggiungendo  anche  la  prevaricazione.  Non
                  basta loro essere eretici, vogliono essere anche ipocriti, perché il loro peccato sia
                  grande  oltre  misura.  Sono  questi  quelli  che  vengono  in  veste  di  pecore,  per
                  denudare le pecore e spogliare gli arieti. Non ti sembra adempiuta l’una e l’altra
                  cosa quando le popolazioni vengono private della fede e i sacerdoti depredati
                  dalle popolazioni? Chi sono questi predoni? All’abito sono pecore, per l’astuzia
                  volpi, per la crudeltà lupi. Sono questi coloro che vogliono sembrare buoni, non
                  esserlo, essere cattivi, ma non apparire tali. Sono malvagi e vogliono sembrare
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