Page 102 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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insidiose volpi di andare a caccia di parole. Il che ben volentieri avrebbero fatto,
sebbene inutilmente. Se avesse pur detto la Scrittura «li creò vergini», ne
dedurresti per questo che si possono sposare solo i vergini? E tuttavia come
esulteresti se solo avessi trovato questa frase? Come avresti disprezzato le
seconde e le terze nozze? Come avresti insultato la Chiesa Cattolica che unisce
tanto più volentieri in matrimonio le meretrici e i lenoni, in quanto non dubita
che così essi passano da una vita turpe a una onesta? Forse faresti un
rimprovero a Dio, che comanda al Profeta di prendere in moglie una
sgualdrina: ma ora non hai questo pretesto, e ti piace essere eretico senza
motivo. Poiché l’argomento che hai portato per giustificare il tuo errore è
piuttosto contrario e di molto a te, che non in tuo favore.
5. Ora senti un argomento che, o ti confonde del tutto, o ti corregge, e distrugge
e manda in frantumi la tua eresia. La donna è vincolata per tutto il tempo in cui vive
il marito; ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel
Signore (1 Cor 7,39). È Paolo che concede alla vedova di sposare chi vuole e tu al
contrario comandi che nessuna si sposi se non è vergine, e nel caso solo con un
uomo vergine, e non con chi lei vuole? Perché mai vuoi accorciare la mano del
Signore? Perché restringi la larga benedizione delle nozze? Per quali ragioni
riservi alla verginità quello che é stato concesso al sesso? Non concederebbe
Paolo questo se non fosse lecito. Ma dico poco «concede»: lo vuole anche:
Voglio, dice, che le più giovani si sposino (1 Tm 5,14): né vi è dubbio che non parli
alle vedove. Che vi è di più chiaro? Dunque, quello che conce de perché è lecito
lo vuole anche perché è conveniente. Ciò che è lecito e conveniente l’eretico lo
vieta? Nulla in questa proibizione si spiega se non perché è eretico.
III. 6. Ci rimane da scuotere un poco costoro riguardo al rimanente della
profezia dell’Apostolo. Come egli predisse, infatti, questi si astengono dai cibi
che Dio ha creato perché fossero presi con rendimento di grazie, mostrandosi
anche da questo eretici, non perché si astengono, ma perché lo fanno al modo
degli eretici. Poiché anch’io talvolta mi astengo, ma la mia astinenza è
soddisfazione per i peccati, non superstizione motivata da empietà.
Rimproveriamo forse Paolo che castiga il suo corpo e lo riduce in servitù? Mi
astengo dal vino, perché nel vino vi è lussuria, o, se sono infermo, lo berrò un
poco, secondo il consiglio dell’Apostolo. Mi asterrò dalla carne, perché mentre
nutre troppo, non nutra insieme anche i vizi della carne. Cercherò di prendere
con misura lo stesso pane, perché non mi renda pesante lo stomaco e provi
tedio nell’orazione, e mi rimproveri anche il Profeta perché mangio il mio pane
fino alla sazietà. E neanche mi abituerò a riempirmi troppo di semplice acqua,
perché la dilatazione del ventre diventi incentivo alla libidine. Diversamente
l’eretico: egli ha in orrore il latte e tutti i suoi derivati, è in genere tutto quello
che ha relazione con il rapporto carnale. È cosa retta e cristiana se uno se ne
astiene non perché provengono dall’unione carnale, ma perché fomentano le
passioni della carne.