Page 105 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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14,9). Per questo anche è nato bambino, e passando per i vari gradini dell’età
                  divenne uomo, perché non fosse estraneo a ogni età.

                  11. Non credono, questi eretici, che il fuoco del purgatorio resta dopo la morte,
                  ma  dicono  che  appena  l’anima  è  separata  dal  corpo,  o  passa  al  riposo  o  alla
                  dannazione. Chiedano, pertanto, a colui che ha detto esservi un certo peccato
                  che non sarà rimesso né nella vita presente, né nella futura, perché abbia detto
                  questo, se nella vita futura non vi sarà remissione, né purgazione dei peccati.

                  V. Infine, non fa meraviglia se, non riconoscendo la Chiesa, parlano male degli
                  Ordini della Chiesa e non ne accettano gli statuti, se disprezzano i sacramenti,
                  se  non  obbediscono  ai  precetti.  «Peccatori  dicono  sono  gli  apostolici,  gli
                  arcivescovi,  i  vescovi,  i  sacerdoti,  e  per  questo  non  sono  idonei  né  ad
                  amministrare, né a ricevere i sacramenti. Non convengono mai queste due cose:
                  essere vescovo o peccatore». È falso: vescovo era Caifa, e tuttavia quanto grande
                  peccatore, lui che ha dettato la sentenza di morte contro il Signore! Se neghi che
                  fosse vescovo è contro di te la testimonianza di Giovanni, che in testimonianza
                  del suo pontificato riferisce pure che ha profetato. Apostolo era Giuda, e benché
                  avaro e scellerato era stato scelto dal Signore. Dubiti forse che fosse apostolo chi
                  era stato eletto dal Signore? Non vi ho forse scelti io tutti e dodici, e uno di voi è un
                  diavolo? (Gv 6,70). Senti come il medesimo Apostolo è detto scelto e chiamato
                  diavolo;  puoi  negare  ancora  che  sia  vescovo  chi  è  peccatore?  Sulla cattedra di
                  Mosè sedettero Scribi e Farisei (Mt 23,2) e chi non obbedisce loro come a vescovi è
                  reo di disobbedienza, dicendo il Signore e ordinando: Fate quello che dicono (Mt
                  23,3).  È  chiaro  che  per  quanto  Scribi,  per  quanto  Farisei,  per  quanto  grandi
                  peccatori, per riguardo tuttavia alla cattedra di Mosè, appartiene anche ad essi
                  quello che dice il Signore: Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me
                  (Lc 10,16).

                  12. A questo popolo stolto e insipiente gli spiriti dell’errore, che ipocritamente
                  proferiscono menzogne, hanno insegnato molte altre cose; ma non è il caso di
                  rispondere a tutte. E chi le conosce tutte? E poi sarebbe un lavoro infinito voler
                  rispondere  a  tutte,  e  per  nulla  necessario.  Poiché,  quanto  a  costoro,  né  si
                  convincono con ragioni, perché rion capiscono, né si correggono con autorità,
                  perché non la ricevono, né si piegano con argomenti, perché sono perversi. Si è
                  provato: preferiscono morire piuttosto che convertirsi. La loro fine è la morte, e
                  per ultimo li aspetta il fuoco. Essi sono stati antecedentemente prefigurati nel
                  fatto di Sansone e nelle code delle volpi incendiate. Più volte dei fedeli, messe
                  loro  le  mani  addosso,  ne  trascinarono  alcuni  in  tribunale.  Richiesti  della  loro
                  fede,  negando,  secondo  il  costume,  tutti  gli  errori  di  cui  erano  sospettati,
                  esaminati  con  iI  giudizio  dell’acqua,  furono  trovati  bugiardi.  Non  potendo
                  ormai  più  negare  perché  scoperti,  l’acqua  infatti  non  li  riceveva  e  afferrato,
                                                                                          1

                  1  È – questo – uno dei cosiddetti «giudizi di Dio», usati nel Medio Evo: se l’accusato legato e
                  buttato nell’acqua galleggiava, era ritenuto colpevole.
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