Page 106 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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come si dice, il freno con i denti, tanto miseramente quanto liberamente non
confessarono le loro empietà, ma professarono la pietà apertamente e con
prove, pronti a subire per essa la morte che i circostanti erano parimenti pronti
a infliggere loro. Così, assalitili, il popolo diede agli eretici nuovi martiri della
loro perfidia. Approviamo lo zelo, non consigliamo il fatto, perché la fede deve
entrare per persuasione, non venire imposta dalla forza. Quantunque sia senza
dubbio meglio che siano costretti con la spada, di colui cioè che non porta
inutilmente la spada, piuttosto che si permetta loro di attirare molti altri al loro
errore. È, infatti, egli ministro di Dio, incaricato di punire chi agisce male.
13. Si stupiscono alcuni che non solo si mostrassero pazienti, ma lieti, mentre
erano condotti alla morte; questo perché non pensano quanto potere abbia il
diavolo, non solo sui corpi, ma anche sul cuore degli uomini, una volta che gli si
è permesso di possederli. Non è forse cosa più grave che un uomo uccida se
stesso, che sopportare volentieri di venire ucciso da un altro? Eppure abbiamo
l’esperienza che il diavolo spesso ha potuto far questo, in molti che si
annegarono volontariamente o si impiccarono. Anche Giuda si è impiccato,
certamente per suggestione del diavolo. Io tuttavia mi meraviglio e stimo più
grave che abbia potuto mettergli in cuore di tradire il Signore che non di
andarsi a impiccare. Non ha nulla a che vedere la costanza dei martiri con la
pertinacia di costoro, perché il disprezzo della morte era prodotto nei martiri
dalla pietà, in questi dalla durezza di cuore. E perciò il Profeta diceva, forse con
la voce del martire: Torpido come il grasso è il loro cuore, ma io mi diletto nella tua
legge (Sal 118,70). Per significare che, anche se la pena sembrava la medesima,
molto diversa era l’intenzione, mentre l’eretico induriva il suo cuore davanti al
Signore, il martire invece meditava nella legge del Signore.
14. Stando così le cose non è il caso di dire, come ho accennato, molte cose
inutilmente contro uomini stoltissimi e ostinatissimi. Basta averli fatti
conoscere, perché se ne stia in guardia. Per la qual cosa per scoprirli si devono
costringere o a mandar via le donne, o a uscire dalla Chiesa, perché la
scandalizzano con la convivenza con esse. Si deve molto lamentare che non solo
principi laici, ma anche, come si dice, alcuni del clero, nonché dell’ordine dei
vescovi, i quali più di tutti avrebbero dovuto combatterli, li lascino stare per
interesse, ricevendo da essi dei regali. «E come dicono li condanneremo, senza
che siano convinti e confessino?». Frivola, non dico ragione, ma pretesto. Anche
se non vi fosse altro, li puoi scoprire facilmente se, come ho detto, separi a
vicenda uomini e donne che si dicono continenti, e costringi le donne a vivere
con altre donne che hanno il medesimo voto, e gli uomini ugualmente con gli
uomini di uguale proposito. Con questo si provvederà nello stesso tempo a
mantenere il voto e la fama, avendo così testimoni e custodi della propria
continenza. Se non si adattano a queste precauzioni giustissimamente saranno
eliminati dalla Chiesa che scandalizzano con aperta e illecita coabitazione.
Bastino, dunque, queste cose per scoprire gli inganni di queste volpi, e per
darne cognizione e cautela alla diletta e gloriosa sposa del Signore nostro Gesù