Page 109 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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grazia come questa volta, e se mai dalla bocca di lui abbia sentito, non dico così
numerose, ma così dolci parole. Colei, dunque, che aveva saziato il suo
desiderio di tali beni, che meraviglia c’è se ha messo fuori un rutto più che una
parola? E se ti sembra una parola, pensala eruttata, non preparata o pre-
ordinata. Né la sposa pensa di fare una rapina se si applica il detto del Profeta:
Il mio cuore eruttò una buona parola (Sal 44,1), in quanto ripiena del medesimo
spirito.
III. Il mio diletto a me e io a lui. Non si può trarne una conseguenza, in quanto è
una frase mancante. Allora? È un rutto. Come cercare in un rutto le connessioni
delle frasi, le espressioni solenni? Quali regole o leggi puoi imporre a un rutto?
Non riceve la tua moderazione, non aspetta che tu lo disponga a dovere, non
cerca la comodità o l’opportunità. Da sé erompe dall’intimo, non solo quando
non vuoi, ma quando non te ne accorgi, strappato più che emesso. E tuttavia il
rutto porta un odore a volte buono, a volte cattivo, secondo le qualità contrarie
dei vasi dai quali sale. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre il
cattivo cose cattive (Mt 12,35). È un vaso buono la sposa del mio Signore, ed è
buono per me l’odore che emana da lei.
5. Ti ringrazio, Signore Gesù, che ti sei degnato di ammettermi almeno a sentire
il profumo. Così Signore: poiché anche i cagnolini si nutrono delle briciole che cadono
dalla mensa dei loro padroni (Mt 15,27). Per me ha buon odore il rutto della tua
diletta, e ben volentieri ricevo, sia pure poco, dalla pienezza di lei. Mi erutta la
memoria dell’abbondante tua soavità, ed ho sentito un certo ineffabile profumo
della tua degnazione in queste parole: Il mio diletto a me e io a lui. Essa, come è
giusto, banchetti ed esulti nel tuo cospetto, e sia piena di letizia; tuttavia sia
esuberante con te e sobria per noi. Sia essa ripiena dei beni della tua casa, e si
abbeveri al torrente della tua voluttà; ma, di grazia, giunga anche a me povero
almeno un tenue odore mentre lei, una volta saziata, erutterà. Bene per me
eruttò Mosè e nel suo rutto vi fu un buon odore, di potenza creatrice: In
principio, dice, Dio creò il cielo e la terra (Gen 1,1). Bene eruttò Isaia: Ha consegnato
se stesso alla morte ed è stato annoverato tra gli empi, mentre egli portava il peccato di
molti e intercedeva per i peccatori (Is 53, 12) perché non perissero. Che cosa mai ha
così profumo di misericordia? Buono anche il rutto di Geremia, buono quello di
Davide che dice: Il mio cuore eruttò una buona parola (Sal 44,2). Furono ripieni di
Spirito Santo ed eruttando riempirono ogni cosa di bontà. Chiedete il rutto di
Geremia? Non mi sono dimenticato, già lo stavo preparando: È bene aspettare in
silenzio la salvezza del Signore (Lam 3,26). È di lui, non mi sbaglio: accostate le
narici; vince il balsamo il soave profumo che emana dalla giustizia che
ricompensa. Vuole che io aspetti con pazienza la giusta mercede in futuro, non
che la riceva al presente, perché la mercede della giustizia è la salvezza che
viene non dal secolo, ma dal Signore. Se tarda, aspettalo (Ab 2,3) e non
mormorare, perché è bene aspettare in silenzio. Farò, dunque, quanto mi
consiglia: Aspetterò il Signore mio Salvatore (Mi 7,7).