Page 114 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
P. 114
lui, perché egli si è rivolto a voi»? E osserva l’Apostolo Pietro – sono infatti
parole sue – come egli ha osservato l’ordine delle parole della sposa. Non dice
infatti gettando in lui ogni vostra preoccupazione perché egli si prenda cura di voi,
ma: perché egli ha cura di voi, dimostrando con ciò apertamente quanto gli sia
cara la Chiesa dei santi, non solo, ma perché essa è stata amata per la prima.
3. Si sa che non la riguarda affatto quello che dei buoi ha detto l’Apostolo, ha
infatti cura di lei colui che l’ha amata e ha dato se stesso per lei. Non è questa la
pecora errante per cercare la quale ha lasciato i greggi celesti? Lasciati quelli, il
Pastore è disceso a questa, l’ha diligentemente cercata, trovatala non l’ha
ricondotta, ma riportata, e indisse con essa e per essa nuove feste nei cieli,
invitando le moltitudini degli Angeli a questa solennità. Che dunque? L’ha
portata sulle sue spalle, e non avrà cura di lei? Perciò essa non si vergogna di
dire: Di me ha cura il Signore (Sal 39,18). Né pensa di sbagliare quando dice
ancora: Il Signore provvederà per me (Sal 137,8), e altre espressioni che indicano
come Dio si prenda cura di lei. Per questo chiama suo diletto il Signore degli
eserciti, e si gloria che colui che con tranquillità giudica tutte le cose si rivolga a
lei. Perché non dovrebbe gloriarsene? Ha sentito dire da lui: Si dimentica forse
una donna del suo bambino così da non commuoversi per il figlio del suo seno? E se ce
ne fosse una che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai (Is 49, 15). E infine:
Gli occhi del Signore sui giusti (Sal 33,16). Che cosa è la sposa se non la
congregazione dei giusti? Che cosa è se non la generazione di quelli che cercano
Dio, che cercano il volto dello Sposo? Non è, infatti, che lo Sposo si rivolga alla
sposa e questa non si rivolga a lui. Per questo mette le due cose «Egli a me e io a
lui». Egli a me perché è benigno e misericordioso (G1 2,13), io a lui perché non sono
ingrata. Egli mi dà la grazia per grazia, io gli rendo grazie per la grazia; egli
opera per la mia liberazione, io per il suo onore; egli per la mia salvezza, io per
la sua volontà; egli a me e non a un’altra, perché sono l’unica sua colomba; io a
lui e non a un altro, perché non ascolto la voce degli stranieri, né sto a sentire
chi mi dice: Ecco qui il Cristo, o eccolo là (Mc 13,21). Questo per quanto riguarda
la Chiesa.
II. 4. E per ciascuno di noi? Pensiamo che ci sia qualcuno di noi al quale possa
adattarsi quello che è detto? Che cosa ho detto: tra di noi? Ma io non avrei nulla
da dire in contrario se mi si chiedesse se ciò possa applicarsi a chiunque fa parte
della Chiesa. Quello che vale per uno, infatti, vale molto più per molti. Dio,
infatti, ha fatto e patito tante cose non per un’anima sola, ma per raccoglierne
molte in una sola Chiesa, per formarsene un’unica sposa; per questo ha operato
la salvezza nella nostra terra (Sal 79,12). Questa è quella carissima, unica per
l’unico, che non aderisce ad altro sposo, che non cede il posto ad altra sposa.
Che cosa non è capace di osare costei presso un tale ambizioso amante? Che
cosa non spererà da lui che l’ha cercata dal cielo, l’ha chiamata dai confini della
terra? Non solo l’ha cercata, ma acquistata. Aggiungivi a che prezzo, il sangue
dell’acquirente. Perciò altrove, come di solito, maggiormente presume, perché
guardando al futuro non ignora che il Signore ha bisogno di lei. Chiedi per che