Page 92 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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attaccherai all’aratro il primogenito del bue (Dt 15,19). Paolo, interpretando questo
passo dice: Non un neofito, perché non accada che gonfiatosi di superbia cada nella
condanna del diavolo (1 Tm 3,6). E di nuovo: Nessuno può attribuirsi questo onore, se
non chi è chiamato da Dio come Aronne (Eb 5,4); e ancora lui: Come predicheranno, se
non sono mandati? (Rm 10,15). E sappiamo che l’ufficio del monaco non è di
insegnare, ma di piangere. Da questi passi messi insieme mi faccio una rete e
catturo la volpe, perché non rovini la vigna. Da questo detto appare chiaro e
certo che al monaco predicare pubblicamente né conviene, né è utile al novizio,
né è lecito a chi non ne ha avuto il mandato. Ora, agire contrariamente a queste
tre cose, quale danno porta alla coscienza! Dunque, qualsiasi cosa di questo
genere venga suggerita all’animo, sia che si tratti di un tuo pensiero, sia che sia
suggestione del maligno, riconosci in essa la piccola volpe, doè un male sotto le
apparenze di bene.
4. Ma vedine un’altra. Quanti dai monasteri, dove vivevano fervorosamente,
sono passati alla solitudine dell’eremo, e poi o l’eremo li ha vomitati perché
divenuti tiepidi, o li ha conservati, contro la legge dell’eremo, non solo rilassati,
ma dissoluti; e così ci si è accorti che c’era stata una piccola volpe a causare un
così grave danno alla vigna, cioè alla vita e alla coscienza di quegli uomini.
Pensava, uno di questi tali, che se si fosse appartato a vivere in solitudine,
avrebbe ricavato frutti molto più abbondanti, lui che nella vita comune aveva
sperimentato tanta grazia spirituale. E il suo pensiero gli parve buono; ma il
risultato dimostrò che quel suo pensiero era stato una volpe distruttrice.
5. Che è quello che tante volte inquieta così gravemente anche noi in questa
casa, parlo dell’astinenza clamorosa e superstiziosa di alcuni con la quale si
rendono molesti a tutti e tutti a se stessi? Non è forse questa stessa così generale
discordia e lo sconquasso della coscienza di quei tali una rovina di questa
grande vigna piantata dalla destra del Signore, vale a dire dell’unione e
unanimità di tutti voi? Guai all’uomo per il quale viene lo scandalo! (Mt 18,7). Chi
avrà scandalizzato uno di questi piccoli... (Mt 18,6). È duro quello che segue.
Quanto merita cose assai dure chi scandalizza una così grave e santa
moltitudine! Chiunque sia quel tale subirà un giudizio durissimo. Ma di questo
tratteremo altrove.
II. 6. Adesso invece badiamo a quello che dice lo Sposo riguardo a quei piccoli e
astuti animali che rovinano le vigne. Piccoli, dirai, non per la malizia, ma per la
loro sottigliezza. È questo, infatti, un genere astuto di animali, molto pronto a
recar danno di nascosto; e a me sembra adattissimo a designare certi vizi
sottilissimi camuffati da virtù, come quelli di cui ho fatto qualche cenno in
breve, a mo’ di esempi. Né possono nuocere diversamente se non in quanto si
presentano bugiardamente come virtù, prendendone l’apparenza. Sono
pertanto o vani pensieri degli uomini, o suggestioni prodotte dagli Angeli
cattivi, angeli di Satana, che si trasfigurano in Angeli di luce, che preparano le
loro saette nella faretra, cioè di nascosto, per colpire nel buio i retti di cuore (Sal