Page 83 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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questa  aria  materiale,  non  con  l’aiuto  delle  ali,  come  gli  uccelli  che  fendono
                  l’aria volando, o perforerà come una acuta spada la volta solida ed eccelsa del
                  firmamento; ma si tratta dei cieli santi, vivi, razionali, che narrano la gloria di
                  Dio, i quali, mossi da pietà in nostro favore si inclinano volentieri ai nostri voti,
                  e come aprendoci il seno al contatto dei sentimenti della nostra devozione, ci
                  ricevono nelle loro viscere ogni volta che bussiamo con degna intenzione alla
                  loro  porta.  A chi bussa, infatti,  verrà aperto  (Mt  7,8).  Ognuno  di  noi,  pertanto,
                  potrà,  anche  nel  tempo  della  nostra  vita  mortale,  scavarsi  un’apertura  in
                  qualsiasi  parte  vorrà  della  celeste  maceria:  e  ora  visitare  i  Patriarchi,  ora
                  salutare i Profeti, ora mescolarsi al senato degli Apostoli, ora inserirsi ai cori dei
                  Martiri;  esaminare  passando  con  tutto  l’ardore  della  mente  le  condizioni  e  le
                  mansioni delle beate Virtù, dal minimo degli Angeli fino ai Cherubini e Serafini,
                  quanto comporterà la sua devozione. Da quelli che più lo colpiranno secondo
                  l’azione dello Spirito che agisce come vuole, se si fermerà e busserà subito gli
                  sarà aperto, e fattasi come una caverna nei monti, o piuttosto nelle menti sante,
                  mentre  esse  si  piegano  per  fargli  posto  mosse  dalla  pietà,  potrà  riposarsi  un
                  poco presso di loro. Ogni anima che fa in questo modo ha un volto e una voce
                  che piace a Dio. Volto per la purità, voce per la confessione. La confessione infatti
                  e  la  bellezza  sono  davanti  a  Lui  (Sal  95,6).  Perciò  viene  detta  colei  che  è  così:
                  Mostrami il tuo volto, risuoni nelle mie orecchie la tua voce. Voce è  l’ammirazione
                  nell’animo del contemplante, voce è pure il ringraziamento. Si compiace molto
                  di queste caverne Iddio, dalle quali risuona la voce del ringraziamento, la voce
                  di ammirazione e di lode.

                  3.  Felice  la  mente  che  si  applica  a  scavarsi  un  posto  di  frequente  in  questa
                  maceria, ma più felice quella che lo scaverà nella pietra! Si può infatti scavare
                  anche nella pietra, ma per questo ci vuole la punta di una mente più pura e una
                  intenzione più forte, e anche dei meriti più grandi. E chi mai è all’altezza di questi
                  compiti? (2 Cor 2,16). Certo colui che disse: In principio era il Verbo, e il Verbo era
                  presso Dio, e il Verbo era Dio; questo era in principio presso Dio (Gv 1,1-2). Non ti
                  sembra che si sia immerso negli stessi penetrali del Verbo, e dall’intimo del suo
                  petto abbia scavato il midollo sacrosanto della intima sua sapienza? Che cosa
                  dire  di  colui  che  parlava  tra  i  perfetti  la  sapienza  nascosta  nel  mistero  che
                  nessuno dei principi di questo mondo conobbe. E dopo aver con pia curiosità
                  trapassato il primo e il secondo cielo, non ha forse questo pio scrutatore spinto
                  questa sua curiosità fino al terzo? Ma questa sapienza non l’ha tenuta celata a
                  noi, parlandone fedelmente ai fedeli con le parole che poté. Ma ascoltò parole
                  ineffabili che non poté ripetere agli uomini, potendole usare solo nel colloquio
                  tra sé e Dio. Pensa dunque che Dio consoli la sollecita carità di Paolo, e gli dica:
                  perché ti preoccupi perché l’umana intelligenza non comprende i tuoi concetti?
                  Risuoni la tua voce alle mie orecchie. Vale a dire: «Se quello che provi non riesci a
                  rivelarlo ai mortali, consolati, perché la tua voce può essere gradita alle divine
                  orecchie». Vedi come la santa anima ora ha per noi una sobria carità, ora una
                  carità estatica per Dio. Vedi anche a riguardo del santo Davide, che non sia lui
                  stesso l’uomo che parla a Dio come se si trattasse di un altro: Poiché il pensiero
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