Page 79 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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miei piedi ha stabilito sulla roccia (Sal 39,3).
II. L’uomo saggio costruisce la sua casa sopra la roccia, perché così non teme né
la furia dei venti, né il pericolo delle inondazioni. Che cosa non c’è di buono
nella roccia? Sulla roccia innalzato, sulla roccia sicuro, sulla roccia sto saldo.
Sicuro dal nemico, forte dalla caduta, e questo perché innalzato da terra. Tutto
ciò infatti che è terreno tentenna ed è caduco. La nostra vita sia in cielo, e non
avremo più paura né di cadere, né di essere buttati giù. Nei cieli è la roccia, in
essa stabilità e sicurezza. Le rocce sono rifugio per gli iraci (Sal 103,18). E
veramente dove vi può essere sicuro e stabile riposo per gli infermi se non nelle
piaghe del Salvatore? Tanto più sicuro là abito, quanto più egli è potente nel
salvare. Freme il mondo, preme il corpo, tende insidie al diavolo; non cado;
sono infatti fondato sulla roccia. Ho commesso un grave peccato, si turberà la
coscienza, ma non si abbatterà, perché mi ricorderò delle piaghe del Signore.
Infatti Egli è stato trafitto per i nostri delitti (Is 53,5). Chi è talmente affetto da male
mortale che non possa essere salvato dalla morte di Cristo? Se dunque mi verrà
alla mente una medicina così potente ed efficace, nessuna malattia, per quanto
maligna, mi farà paura.
4. È perciò chiaro che ha sbagliato colui che ha detto: la mia iniquità è troppo
grande perché io meriti il perdono (Gen 4,13). Sennonché egli non era delle membra
di Cristo, né lo riguardavano i meriti di Cristo, in modo da poter dire suo quello
che era di lui, come membra del capo. Io invece con fiducia prendo per me dalle
viscere del Signore quanto mi manca, perché abbondano in misericordia, né
mancano le fenditure per cui possano scorrere fino a me. Hanno forato le sue
mani e i suoi piedi, hanno squarciato il fianco con la lancia, e attraverso queste
fessure io posso succhiare il miele della pietra e l’olio del durissimo sasso, cioè
gustare e vedere com’è soave il Signore. Egli nutriva pensieri di pace e io non lo
sapevo. Chi infatti conosce i sentimenti del Signore, o chi fu suo consigliere? (Ger
29,11). Ma il chiodo penetrando, fu per me come una chiave che mi ha aperto
perché io vedessi la volontà del Signore. Come non avrei potuto vedere,
attraverso quella ferita? Grida il chiodo, grida la piaga che veramente in Cristo
c’è Dio che riconcilia a sé il mondo. Il ferro trapassò la sua anima, e si avvicinò al
suo cuore (Sal 104,18) perché ormai non possa più non compatire alle mie
debolezze. È aperto l’ingresso al segreto del cuore per le ferite del corpo, appare
quel grande sacramento della pietà, appaiono le viscere di misericordia del nostro
Dio, per cui ci visitò dall’alto un sole che sorge (Lc 1,78). Che cosa appare attraverso
le piaghe, se non le viscere? In che cosa poteva risplendere più chiaro che Tu, o
Signore, sei soave e mite e di grande misericordia (Sal 85, 5) che nelle tue piaghe?
Nessuno infatti ha una compassione più grande di colui che dà la sua vita per
gli schiavi e i condannati.
5. Il mio merito, pertanto, è la misericordia del Signore. Non sono privo di
meriti fino a che egli non lo è di misericordia. Che se le misericordie del Signore
sono molte, anche i miei meriti sono molti. Che importa se ho coscienza di molti