Page 75 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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schernirlo,  perché  ho chiamato  bovina  la  sua  intelligenza.  Ma  lega  in  Isaia,  e
                  sentirà  che  egli  la  dice  peggio  di  bovina:  Il bue, dice,  conosce il suo padrone, e
                  l’asino  la  greppia  del  suo  padrone,  ma  Israele  non  mi  conosce,  e  il  mio  popolo  non
                  comprende  (Is  1,3).  Vedi,  o  Giudeo,  che  io  sono  meno  duro  con  te  che  il  tuo
                  profeta. Io ti ho paragonato ai giumenti, egli ti ha posto sotto di loro. Sebbene il
                  Profeta non dicesse questo in sua persona, ma in nome di Dio, che si rivela Dio
                  anche con le sue opere: Anche se non credete a me, credete alle opere; e se non faccio
                  le  opere  del  Padre  mio, non  credetemi  (Gv  10,3738);  ma  neanche  così  riescono  a
                  comprendere. Non lo scacciare i demoni, non l’obbedienza degli elementi, non
                  la  ri  surrezione  dei  morti  riuscì  a  convincere  quell’animalesca,  e  peggio  che
                  animalesca,  incapacità  di  ragionare;  per  cui  da  questa  non  meno  strana  che
                  miserabile  cecità,  caddero  in  quell’orrendo  ed  enormemente  grosso  delitto  di
                  volgere le mani sacrileghe contro il Signore della maestà. Da allora si, si poté
                  dire che il fico aveva messo fuori i suoi primi frutti, quando cioè le osservanze
                  legali  di  quel  popolo  cominciarono  ad  essere  in  certo  modo  all’estremità
                  superiore,  in  modo  che  arrivando  le  nuove,  secondo  la  vecchia  profezia,  le
                  antiche venissero buttate via, non diversamente da quanto accade con i frutti
                  primaticci che cadono, cedendo il posto ai fichi buoni. Fino a che, dice lo Sposo,
                  il fico non cessò di produrre i suoi primi frutti, io non ti ho chiamata, o sposa,
                  sapendo che insieme non poteva produrre fichi buoni. Ma ora, passati quelli, è
                  tempo  che  io  ti  chiami,  poiché  i  prossimi  saranno  frutti  salutari,  che
                  soppianteranno gli inutili.

                  II. 6. Anche le vigne, aggiunge, in fiore hanno dato il loro profumo (Cant 2,13), che è
                  indizio dell’avvicinarsi dei frutti. Quest’odore mette in fuga le serpi. Si dice che
                  quando  fioriscono  le  vigne  tutti  i  rettili  velenosi  se  ne  vanno  non  potendo
                  sopportare l’odore dei nuovi fiori. Voglio che riflettano a questo i nostri novizi,
                  e  siano  pieni  di  fiducia,  pensando  quale  spirito  hanno  ricevuto,  del  quale  i
                  demoni non possono sopportare le primizie; se è così del fervore novizio, che
                  sarà della perfezione assoluta? Dal fiore si stimi il frutto, e la virtù del sapore
                  dalla forza del profumo. Le vigne in fiore hanno dato il loro profumo. In principio fu
                  così: alla predicazione  della nuova grazia segui una vita nuova in coloro che
                  avevano  creduto,  i  quali,  tenendo  una  buona  condotta  in  mezzo  ai  pagani,
                  erano  in  ogni  luogo  il  buon  odore  di  Cristo.  Odore  buono  è  la  buona
                  testimonianza. Questa procede dalle opere buone come il profumo dal fiore. E
                  poiché di tale fiore e di tale profumo le anime fedeli, nei primordi della fede
                  nascente, apparvero cariche, come spirituali vigne, avendo buona testimonianza
                  anche da quelli di fuori, non senza ragione penso, sentiamo detto di esse che le
                  vigne  in  fiore  diedero  il  loro  profumo.  A  quale  scopo?  Affinché  da  esso
                  provocati  quelli  che  ancora  non  avevano  aderito  alla  fede,  considerando  le
                  buone opere dei credenti, anch’essi glorificassero Dio, e così l’odore della vita
                  cominciasse a condurli alla vita. Perciò non senza ragione viene detto che hanno
                  dato  odore  coloro  che,  col  loro  buon  nome,  hanno  cercato  non  la  loro,  ma
                  l’altrui  salvezza.  Diversamente  potevano,  come  fanno  alcuni,  stimare  la  pietà
                  come un lucro, per esempio di ostentazione o di mercede. Ma questo non era
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