Page 72 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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parlato della patria dei risorti, nella quale gli uomini sono molto più felici senza
prendere moglie o marito, ma sono come gli angeli in cielo. Poteva forse
risuonare questa voce in quel tempo, quando era considerato maledetto chi era
sterile in Israele, quando gli stessi Patriarchi avevano parecchie mogli, quando
un fratello era obbligato per legge a dare una discendenza al fratello morto
senza figli? Ma quando risuonò dalla bocca della celeste tortora la lode degli
eunuchi che si sono fatti tali per il regno di Dio, e il consiglio di un’altra
castissima tortora circa la verginità prese piede, allora per la prima volta si poté
dire con verità che la voce della tortora si fa sentire nella nostra terra.
IV. 9. Dunque nella nostra terra apparvero i fiori e si udì la voce della tortora, e
pertanto la verità si mostrò agli occhi e si fece sentire all’udito. La voce infatti si
sente, il fiore si vede. Fiore è il miracolo che, come abbiamo sopra interpretato,
unendosi alla voce partorisce il frutto della fede. Anche se la fede viene
attraverso l’udito, dalla vista viene la conferma. Risuonò la voce, splendette il
fiore, e la verità germogliò dalla terra per la confessione dei fedeli, concorrendo
la parola e il miracolo insieme nella testimonianza della fede. Queste
testimonianze divennero degnissime di fede, attestando il fiore alla voce e
l’occhio all’orecchio. Le cose vedute confermano quelle udite, sicché la
testimonianza di due, dell’orecchio dico, e dell’occhio, sia criterio di verità.
Perciò il Signore diceva: Andate a dire a Giovanni parlava difatti ai suoi discepoli
le cose che avete udito e visto (Lc 7,22). Non poté dimostrare loro più brevemente,
né più chiaramente la certezza della fede. E veramente questa certezza si diffuse
in breve a tutta la terra, e mediante questo medesimo doppio argomento. Le cose
che avete udito, dice, e visto. O parola breve, ma tuttavia viva ed efficace.
Certamente affermo senza dubitare ciò che ho appreso per mezzo dell’orecchio
e degli occhi. Suona la tromba della salvezza, rifulgono i miracoli e il mondo
crede. Presto quello che viene detto è creduto, mentre si mostra il miracolo che
stupisce. È detto poi che partiti, gli Apostoli predicarono dappertutto, mentre il
Signore operava con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano
(Mc 16,20). Così Gesù sul monte è trasfigurato e avvolto da uno stupendo
splendore, e a questo si aggiunge la testimonianza della voce venuta dall’alto.
Così nel Giordano similmente c’è il segno della colomba e la voce che rende
testimonianza. Così queste due cose ovunque insieme concorrono per la divina
munificenza a introdurre la fede, affinché sia aperto un largo ingresso alla
verità che può entrare nell’anima per le due finestre.
10. Segue: Il fico ha messo fuori i suoi primi frutti (Cant 2,13). Non mangiamone,
perché non sono maturi. Dei buoni fichi hanno l’apparenza, la somiglianza, ma
non il sapore; forse ne avremo bisogno un’altra volta. Del resto facilmente
cadono da sé prima del tempo, come l’erba dei tetti, la quale prima che venga
strappata si dissecca, il che penso sia stato detto degli ipocriti. Non senza
ragione tuttavia se n’è fatta menzione nel carme nuziale. Serviranno certamente
tali fichi, anche se non per mangiare, per qualche altro uso. Nelle nozze, oltre
alle vivande, si preparano necessariamente molte altre cose. Io penso che su