Page 69 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
P. 69
di Dio? Mai, come penso, si è parlato così del cielo, in nessun altro luogo si è
parlato così della terra. Considera, pertanto, quanta soavità ci sia nel fatto che il
Dio del cielo dica: nella nostra terra. Abitanti del mondo e figli degli uomini (Sal
48,3) udite: Grandi cose ha fatto il Signore per noi (Sal 125,3). Molta relazione egli
ha con la terra, molta con la sposa che si è compiaciuto scegliersi dalla terra.
Nella terra, dice, nostra. Questa parola non sa di principato, ma di consorzio, di
familiarità. Questo lo dice come Sposo, non come Signore. E che? È il creatore e
si considera consorte? Parla l’amore, che non conosce padrone. È infatti questo
un carme d’amore, e non era opportuno fosse composto da altre parole che da
quelle d’amore. Ama anche Dio, e non ne ha il motivo fuori di sé, ma è egli
stesso il motivo per cui ama. E tanto più fortemente in quanto non tanto ha
amore, ma egli stesso è amore. Ora, quelli che ama li considera amici, non servi.
Infine, da maestro si fa amico, né chiamerebbe i discepoli amici se non lo
fossero in realtà.
2. Vedi come anche la maestà cede all’amore? È così fratelli. L’amore non
sospetta nessuno, ma nemmeno lo disprezza. Guarda con uguale occhio tutti
coloro che si amano perfettamente, e in se stesso contempera i grandi e i piccoli;
e non solo li rende pari, ma ne fa una cosa sola. Tu forse pensi ancora che Dio
faccia eccezione da questa regola dell’amore, ma chi aderisce a Dio forma con
Lui un solo spirito. Perché ti stupisci di questo? Egli si è fatto come uno di noi.
Ho detto poco: non come uno, ma uno di noi. Era poco essere pari agli uomini:
è uomo. Perciò chiama sua la terra nostra, ma come patria, non come
possedimento. E come non l’avrebbe rivendicata come sua? Di qui gli viene la
sposa, di qui la sostanza del suo corpo: di qui lo Sposo stesso, di qui l’unione
dei due in una sola carne. Se una sola è la carne, perché non una patria sola? Il
cielo del cielo al Signore, dice, ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo (Sal 113,24).
Dunque, come figlio dell’uomo eredita la terra, come Signore l’assoggetta, come
creatore la governa, come Sposo la comunica. Dicendo infatti: Nella nostra terra
non ne rivendica la proprietà, non ne respinge la società. E questo perché lo
Sposo si è degnato di usare una parola tanto benevola dicendo: Nella nostra
terra. Ora vediamo il resto.
II. 3. La voce della tortora si fa sentire nella nostra terra. Anche questo è un segno
che l’inverno è passato, ma che è ora tempo di potatura. Questo secondo la
lettera, del resto la voce della tortora non è tanto dolce in sé, ma è segno di cose
dolci. Questo stesso uccello se lo comperi non ha grande valore, se lo abbatti
cacciando ha un altro prezzo. La sua voce somiglia più a un gemito che a un
canto, e ci ricorda che il nostro è un pellegrinaggio. Ascolto volentieri la voce di
quel dottore che non cerca l’applauso per sé, ma muove me al pianto. Ti mostri
veramente tortora se insegni a gemere, e se vuoi essere persuasivo bisognerà
che tu cerchi di ottenere questo, più che declamando, gemendo tu stesso.
L’esempio, in verità, come in molte altre cose, soprattutto in questo è più
efficace che la parola. Darai alla tua parola una grande forza se si vedrà che tu
sei ben persuaso di ciò di cui vuoi convincere gli altri. È più valida la voce dei