Page 66 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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mandarvi la pioggia (Is 5,6). Certamente vuol dire: sulla vigna. Per quale ragione
pensi tu che abbia aggiunto specificando: alle mie nubi, se non perché vi sono
anche delle cattive nubi che non sono sue? Via, via, crocifiggilo! (Gv 19,15). Oh,
nubi violente e torbide! Oh, pioggia torrenziale, oh, torrente di iniquità, atto più
a distruggere che a fecondare! Né meno cattiva e meno amara, anche se meno
impetuosa, la pioggia che ne seguì: Ha salvato gli altri, non è capace di salvare se
stesso. Cristo, Re d’Israele, discenda ora dalla croce, e noi gli crederemo (Mt 27,42). La
ventosa loquacità dei filosofi non è una buona pioggia: essa porta più la sterilità
che non la fertilità, e molto più sono cattive piogge i cattivi dogmi degli eretici,
che invece di frutti producono spine e triboli. Cattive piogge anche le tradizioni
dei Farisei, che vengono redarguite dal Salvatore. Anche esse sono nubi cattive.
E se non pensi che io faccia ingiustizia a Mosè, poiché egli è una buona nube,
non direi tuttavia che tutta la pioggia che è scesa da essa sia buona, per non
contraddire colui che dice: Io diedi loro statuti non buoni, certamente per mezzo di
Mosè, e leggi per le quali non potevano vivere (Ez 20,25). Per esempio quella
letterale osservanza del sabato, che significava, ma non donava riposo, il rito
prescritto dei sacrifici, la proibizione di mangiare carne porcina e alcune simili
cose che da Mosè vengono considerate immonde, tutto questo è pioggia che
scende da quella nube; ma non voglio che scenda nel mio campo o nel mio orto.
Sarà stata buona a suo tempo, se verrà dopo il tempo non la ritengo più buona.
Ogni pioggia, anche se leggera e che cada leggermente, se è fuori tempo diventa
molesta.
8. Dunque, fino a che queste acque pestilenziali hanno occupato la terra e
l’hanno dominata, non c’è stato tempo adatto per la coltura delle vigne, né la
sposa si sentì invitare alla loro potatura. Ma prosciugandosi le acque apparve la
terra asciutta, e comparvero in essa i fiori, indicando che il tempo della potatura
era venuto. Quando accadde questo? Quando, pensi, se non quando rifiorì la
carne di Cristo nella risurrezione? E questi è il primo e il massimo fiore che
apparve sulla nostra terra: Cristo è infatti la primizia. Egli, dico, fiore del campo e
giglio delle valli (Cant 2,1). Gesù era creduto figlio di Giuseppe da Nazareth, che
significa fiore. Questo è il fiore che apparve per primo, ma non fu il solo. Infatti
molti corpi di santi, che erano morti, risorsero ugualmente, e questi come
altrettanti splendidi fiori apparvero contemporaneamente nella nostra terra.
Vennero nella città santa e apparvero a molti (Mt 27,53). Furono anche fiori i primi
che credettero del popolo, primizie dei santi. Fiori i loro miracoli, che come fiori
producevano il frutto della fede. Poiché una volta passata un poco quella
pioggia dell’infedeltà, e dopo che almeno in parte cessò la e l’acqua si fu ritirata,
seguì una pioggia abbondante mandata da Dio alla sua eredità, e cominciarono
a spuntare i fiori. Il Signore elargì il suo bene e la nostra terra produsse i suoi
fiori, talmente che in un solo giorno tremila e in un altro cinquemila del popolo
abbracciarono la fede; tanto crebbe celermente il numero dei fiori, cioè la
moltitudine dei credenti. Né riuscì il gelo della malizia ad avere il sopravvento
sui fiori che sbocciavano, né compromettere, come capita, il frutto della vita che
promettevano.