Page 64 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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come Aronne. Ora questo invito che cosa altro è se non un certo stimolo di
carità che piamente ci spinge a lavorare con zelo per la salute dei fratelli, per il
decoro della casa del Signore, l’aumento dei frutti della sua giustizia, la lode e
la gloria del suo nome?
Così ogni volta che colui che per ufficio ha il compito di guidare le anime e di
esercitare la predicazione, sente il suo uomo interiore mosso da religiosi
sentimenti intorno a Dio, allora sappia per certo che lo Sposo è presente e lo
invita alle vigne. Per che fare se non per sradicare e distruggere, per edificare e
piantare?
4. Ma siccome per questo lavoro, come per ogni altra cosa sotto il cielo, non
ogni tempo è adatto e conveniente, aggiunge, colui che invita, che è venuto il
tempo della potatura. Sapeva questo colui che esclamava: Ecco ora il momento
favorevole, ecco ora il giorno della salvezza; non diamo motivo di scandalo a nessuno
perché non venga biasimato il nostro ministero (2 Cor 6,2-3). Egli ammoniva di
amputare le cose viziose e superflue, e tutto quello che poteva essere motivo chi
scandalo e impedire i frutti della salute, sapendo che era venuto il tempo della
potatura. E perciò diceva anche a un fedele coltivatore delle vigne: Ammonisci,
rimprovera, esorta (2 Tm 4,2) indicando nella prima e seconda parola
l’amputazione o l’estirpazione, nell’ultima la piantagione. Queste cose diceva lo
Sposo per bocca di Paolo circa il tempo di operare. Ma senti quello che ha detto
personalmente circa la considerazione del tempo alla nuova sposa, indicando
con nuove figure nuove realtà: Non dite voi: ci sono ancora quattro mesi e poi viene
la mietitura? Ecco io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già
biondeggiano per la mietitura (Gv 4,35), e inoltre: La messe è molta, ma gli operai sono
pochi; pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe (Mt
9,37-38). Come dunque là mostrava che era venuto il tempo di mietere le messi
delle anime, così qui annunzia che è venuto il tempo di potare le vigne
spirituali cioè le anime o le chiese; voleva forse farci intendere con la diversità
dei vocaboli, per messi il popolo dei fedeli, e per vigne le congregazioni dei
santi che fanno vita comune.
5. La stagione invernale, che qui dice è passata, mi sembra riferirsi a quel tempo
in cui il Signore Gesù non si mostrava più in pubblico perché i Giudei
cospiravano contro di lui, volendolo mettere a morte. E per questo diceva ad
alcuni: Il mio tempo non è ancora venuto, ma il vostro tempo invece è sempre pronto
(Gv 7,6); e di nuovo: Andate voi a questa festa, io non ci vado. Vi andò tuttavia in
seguito anche lui, però di nascosto (Gv 7,10). Da allora fino alla venuta dello Spirito
Santo, quando si riscaldarono i cuori intorpiditi dei fedeli, per opera del fuoco
che il Signore mandò per questo sulla terra, fu inverno. Negherai forse che fosse
inverno quando Pietro sedeva accanto al fuoco, non meno gelido nel cuore che
nel corpo? Faceva freddo, è detto (Gv 18,18). In realtà il grande freddo aveva
stretto il cuore del rinnegatone. Né fa meraviglia, poiché da esso era stato tolto
il fuoco. Fino a poco prima, infatti, era pieno di zelo, in quanto ancora vicino al
fuoco, e sguainata la spada, per non perdere il fuoco, aveva tagliato l’orecchio