Page 60 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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ma si affretta, cioè viene con desiderio. Il suo desiderio, infatti, crea il tuo; e il
fatto che tu ti affretti ad accettare la sua parola significa che egli si affretta ad
entrare: non siamo infatti stati noi, ma Egli per primo ci ha amati (1 Gv 4,10). Se
poi ti capita anche di sentire una parola di fuoco, e per essa ti senti scottare la
coscienza al ricordo del peccato, ricordati allora di chi dice la Scrittura che il
fuoco cammina davanti a lui (Sal 96,3), e sta sicuro che egli è vicino. Infine, il
Signore è vicino a chi ha il cuore ferito (Sal 33,19).
7. Se poi a quelle parole non solo ti compungi, ma ti rivolgerai tutto al Signore,
giurando e stabilendo di custodire i suoi precetti di giustizia, sappi allora che
egli é ormai presente, soprattutto se ti sentirai infiammare dall’amore di lui.
Leggi infatti le due cose riguardo a lui, che cioè il fuoco cammina davanti a lui,
e che egli stesso è fuoco. Mosè dice, infatti, che egli è un fuoco che consuma (Dt
4,24). Le due cose differiscono tuttavia in quanto il fuoco che lo precede ha
l’ardore, ma non l’amore: cuoce ma non brucia, muove, ma non promuove.
Viene mandato innanzi per eccitare e preparare, e nello stesso tempo per farti
riflettere a quello che sei da te stesso, perché ti sia più dolce la costatazione di
quello che sarai tra poco per la grazia di Dio. Ma il fuoco che è Dio consuma sî,
ma non affligge, arde soavemente, produce una felice desolazione. È, infatti,
davvero un carbone distruggitore, ma che spiega talmente contro i vizi la forza
del fuoco, lasciando invece nell’anima l’effetto di un unguento. Dunque, dalla
forza da cui ti senti mutato, e dall’amore da cui ti senti infiammato comprendi
che il Signore è presente, poiché la destra del Signore ha fatto meraviglie (Sal
117,16). Ma non si effettua questa trasformazione della destra dell’Altissimo (Sal
76,11) se non nel fervore dello Spirito e nella carità sincera, sicché possa un tale
dire: Ardeva il cuore nel mio petto, al ripensarci è divampato il fuoco (Sal 38,4).
8. Consumata perciò da questo fuoco ogni macchia di peccato e ogni ruggine di
vizi, se nella coscienza ormai purificata e rasserenata si produrrà
improvvisamente una certa insolita larghezza di mente, e un’infusione di luce
che illumina l’intelletto o all’intelligenza delle Scritture o alla conoscenza dei
misteri, due cose che penso ci vengano date una per la nostra soddisfazione,
l’altra per l’edificazione del prossimo, questo è senza dubbio l’occhio di colui
che guarda, che fa brillare come luce la tua giustizia e come il meriggio il tuo
diritto (Sal 36,6) secondo quanto dice il Profeta Isaia: Brillerà come sole la tua luce
(Is 58,10). Tuttavia questo raggio di tanta chiarezza non si infonderà quasi
attraverso porte spalancate, ma attraverso strette fessure, stando ancora in piedi
questa sola, sconnessa parete del corpo. Sbagli se speri di più, per quanto
progresso tu abbia fatto nella purezza del cuore, mentre dice quel grande
contemplativo: Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora
vedremo faccia a faccia (1 Cor 13,12).
9. Dopo questo sguardo di tanta degnazione e benevolenza, segue la voce che in
modo blando e soave insinua la divina volontà; che non è altro che lo stesso
amore, il quale non può restare ozioso, che sollecita e sprona alle cose che