Page 58 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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guarda la sposa, ed essa non tremò né pianse come Pietro, perché non aveva
sentimenti terreni come lui; con il suo sguardo invece portò la letizia nel suo
cuore, testimoniando con le parole che il suo era stato uno sguardo d’amore.
3. E poi senti come le parole che dice sono non di uno che è sdegnato, ma di uno
che ama.
II. Segue: Alzati, affrettati, amica mia, mia colomba, mia bella (Cant 2,10). Felice la
coscienza che merita di sentirsi dire queste cose di se stessa! Chi c’è tra noi così
vigilante e che osservi il tempo della sua visita e che investighi con, tale
diligenza lo Sposo che va e che viene in tutti i singoli suoi momenti, di modo
che quando verrà e busserà prontamente gli apra? Queste cose infatti non
vengono riferite della Chiesa in modo che noi singoli, che insieme formiamo la
Chiesa, non dobbiamo partecipare di queste sue benedizioni. A questo, infatti,
tutti generalmente e indifferentemente siamo chiamati, per possedere come
eredità tali benedizioni. Perciò un tale osava dire al Signore: Mia eredità per
sempre sono le tue testimonianze, sono esse la gioia del mio cuore (Sal 118,111). Penso
che parli di quella eredità che gli spettava come figlio del Padre suo che è nei
cieli.
Inoltre, se figlio, anche erede: erede di Dio, coerede di Cristo. Con questa
eredità si gloria di aver acquistato una grande cosa, le testimonianze del
Signore. Oh, se potessi anch’io possedere almeno una testimonianza del Signore
a mio riguardo, poiché quegli esulta non per una sola, ma per molte
testimonianze! E dice di nuovo: Nella via delle tue testimonianze mi sono rallegrato,
come in ogni sorta di ricchezze (Sal 118,14). E difatti, quali sono le ricchezze della
salute, quali le delizie del cuore, quale la vera e cauta sicurezza dell’anima, se
non le attestazioni del Signore? Poiché non colui che si raccomanda da sé viene
approvato, ma colui che il Signore raccomanda (2 Cor 10,18).
4. Perché mai noi fino a oggi restiamo ancora privi di queste raccomandazioni o
attestazioni divine, e rimaniamo defraudati della paterna eredità? Quasi che noi
non siamo stati affatto generati volontariamente da lui mediante la parola di
verità, così non ricordiamo di essere stati in alcuna cosa da lui raccomandati, né
di aver conseguito tali sue testimonianze a nostro riguardo. Dove è quello che
dice l’Apostolo, che cioè lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di
Dio? (Rm 8,16). E come figli, se privi dell’eredità? La nostra stessa miseria ci
accusa certamente di negligenza e di noncuranza. Poiché se qualcuno di noi in
modo integro e perfetto, secondo la parola del Saggio, di buon mattino rivolge il
cuore al Signore che lo ha creato e prega davanti all’Altissimo (Eccli 39,6) e nello
stesso tempo con tutto il cuore cerca di preparare le vie del Signore, come dice il
Profeta Isaia, e di raddrizzare i suoi sentieri, se può dire con il Profeta: I miei
occhi sono sempre rivolti al Signore (Sal 24,15) e: Io pongo sempre innanzi a me il
Signore (Sal 15,8) non è vero che costui otterrà benedizione dal Signore e
misericordia da Dio sua salvezza? (Sal 23,5). Sarà visitato di frequente, né mai
ignorerà il tempo della sua visita, nonostante colui che visita in spirito venga di