Page 8 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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santa, vi ha aggiunto l’umiltà. A ragione viene ripetutamente detta bella colei a
                  cui  non  mancò  l’una  e  l’altra  bellezza.  È  un  uccello  raro  sulla  terra  e  il  non
                  perdere  la  santità,  e  nella  santità  rimanere  umili.  E  perciò  beata  colei  che
                  realizzò entrambe queste cose. E poi è stato provato, non ha coscienza di colpa
                  alcuna, eppure non rifiuta la correzione. Noi invece, quando siamo rei di grossi
                  peccati,  sopportiamo  a  mala  pena  di  essere  ripresi:  costei  invece,  pur  senza
                  peccato, sente con animo tranquillo le cose amare che vengono dette contro di
                  lei. Poiché se desidera vedere la gloria dello Sposo, che c’è di male? È piuttosto
                  una  cosa  che  merita  lode.  E  tuttavia,  sgridata,  ne  fa  penitenza,  e  dice:  Il mio
                  diletto è per me un fascetto di mirra, riposerà sempre sul mio seno. Vale  a  dire:  mi
                  basta, non voglio più ormai conoscere se non Gesù e Gesù Crocifisso. Grande
                  umiltà! Innocente nelle azioni, assume i sentimenti del penitente, e colei che non
                  ha di che pentirsi ha tuttavia di che far penitenza. Perché dunque, dici, è stata
                  sgridata  se  non  ha  fatto  nulla  di  male?  Ma  ascolta  ora  il  modo  di  fare  e  la
                  prudenza dello Sposo. Come un giorno l’obbedienza di Abramo fu messa alla
                  prova, cosî ora l’umiltà della sposa. E come quegli, adempiuta l’obbedienza, si
                  sentì dire: Ora so che temi Dio (Gen 22,1-18) così ora a questa, con parole un poco
                  diverse, viene ora detto: ora conosco che sei umile. Questo significano le parole:
                  Come  sei  bella.  E  per  questo  ripete  la  lode,  per  indicare  che  alla  gloria  della
                  santità ha aggiunto l’ornamento dell’umiltà. Ecco tu sei bella, amica mia, ecco tu sei
                  bella. Ora conosco che tu sei bella non solo per l’amore che hai per me, ma anche
                  dalla tua umiltà. Non ti dico ora bella tra le donne, né bella nelle guance o nel
                  collo,  come  dicevo  prima,  ma  ti  proclamo  bella  semplicemente:  non  bella  in
                  paragone di altri, non con distinzione, non in parte.

                  4.  E  aggiunge:  I  tuoi  occhi  come  di  colomba  (Cant  1,14).  Viene  ancora  lodata
                  apertamente l’umiltà. Considera il fatto che essa, rimproverata per il desiderio
                  di  cercare  cose  troppo  alte,  subito  non  ha  indugiato  a  scendere  a  cose  più
                  semplici, tanto da dire: Il mio diletto è per me un fascetto di mirra. C’è veramente
                  una grande distanza tra il volto della gloria e il fascetto di mirra, ed  è perciò
                  una bella prova di umiltà l’accettare di essere richiamata di là qui. Dunque: I
                  tuoi occhi come di colomba. Ormai, dice, non cammini in cose grandi, né in cose
                  meravigliose più alte di te; ma come una semplicissima colomba ti contenti di
                  cose più semplici, nidificando nei fori della pietra, dimorando nelle mie piaghe,
                  e  guardando  le  cose  che  mi  riguardano,  la  mia  incarnazione  e  passione  con
                  occhi di colomba.

                  III.  5.  Ma  poiché  lo  Spirito.  Santo  è  apparso  sotto  forma  di  colomba,  l’occhio
                  della colomba potrebbe piuttosto significare qui, più che la semplicità, l’intuito
                  spirituale.  E  se  vi  piace  si  può  confrontare  questo  testo  con  quello  dove  i
                  compagni dello Sposo hanno promesso alla sposa di farle dei pendenti d’oro,
                  non  pensando  certo  alle  orecchie  corporali,  come  ho  spiegato  allora,  ma
                  intendendo informare l’udito del cuore. Per questo poté capitare che il cuore,
                  maggiormente purificato dalla fede, che viene dall’udito, fosse reso più adatto a
                  vedere ciò che prima non era in grado di contemplare. E poiché ricevendo gli
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