Page 50 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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anche  se  non  ti  senti  colpevole  di  nulla.  Ciò,  infatti,  che  tu  non  conosci,  lo
                  conosce Iddio, e chi ti giudica è Lui. Né è giustificato colui che raccomanda se
                  stesso, ma colui che è giusto agli occhi di Dio (2 Cor 10,18). Ora, ti raccomanda,
                  forse, Iddio quando ti priva della sua grazia? Oppure colui che agli umili dà la
                  grazia, toglie all’umile la grazia che gli ha dato ? È, dunque, prova di superbia
                  la privazione della grazia. Tuttavia, talvolta, viene sottratta non a causa della
                  superbia già esistente,  ma che verrebbe se  la grazia non venisse  sottratta. Ne
                  abbiamo una prova evidente nell’Apostolo Paolo che sentiva suo malgrado gli
                  stimoli  della  carne,  non  perché  si  fosse  insuperbito,  ma  affinché  non  si
                  insuperbisse.  Ma  sia  che  già  ci  sia,  sia  che  non  ci  sia  ancora,  la  superbia  è
                  sempre la causa per cui viene sottratta la grazia.

                  11.  Che  se  la  grazia,  riconciliata,  tornerà,  allora  c’è  ancor  più  da  temere  una
                  ricaduta, secondo quell’avvertimento. del Vangelo:  Ecco che sei ridivenuto sano,
                  va’ e non peccare più, perché non ti capiti qualcosa di peggio (Gv 5,14). Senti come
                  ricadere  sia  peggio  che  cadere..  Perciò,  crescendo  il  pericolo,  cresca  anche  la
                  paura. Beato te, se riempirai il tuo cuore di questo triplice timore, che tu tema,
                  cioè,  quando  ricevi  la  grazia,  tema  maggiormente  quando  la  perdi,  e  ancora
                  molto  di  più  quando  l’hai  recuperata.  Fa’  così,  e  sarai  nel  convito  di  Cristo,
                  un’idria  ripiena  Lino  all’orlo,  contenente  cioè  non  solo  due  misure,  ma  tre,
                  perché tu meriti la benedizione di Cristo che converta la tua acqua in vino di
                  letizia, e la perfetta carità cacci via il timore.

                  12.  Le  cose  stanno  veramente  così.  L’acqua  è  il  timore,  perché  questo  porta
                  refrigerio  nell’ardore  dei  desideri  carnali.  Il  principio  della  sapienza,  dice  la
                  Scrittura,  è  il timore del  Signore  (Sal  110,10);  e  dice  altrove:  Gli  ha dato da bere
                  l’acqua della sapienza salutare (Eccli 15,3). Se il timore è sapienza, e la sapienza è
                  acqua, anche il timore è acqua; e detto ancora: Il timore del Signore è fonte di vita
                  (Pr 14,27). Ora idria è la tua mente. Contenenti, dice, ciascuna due o tre misure (Gv
                  2,6). Tre misure sono i tre timori.  E le riempirono fino all’orlo (Gv 2,7). Non un
                  solo timore, non due, ma tutti e tre insieme riempirono l’idria fino all’orlo; in
                  ogni tempo temi Dio, e con tutto il cuore, e hai riempito così l’idria fino all’orlo.
                  Dio  ama  un  dono  completo,  un  affetto  pieno,  un  sacrificio  perfetto.  Cerca
                  pertanto di portare alle celesti nozze un’idria piena, perché si possa dire anche
                  di  te:  Lo ha riempito lo spirito del timore del Signore (Is  11,3).  Chi  teme  così  non
                  trascura nulla. Come potrebbe entrare la negligenza dove c’è pienezza? Se non
                  ciò che è capace di ricevere ancora, non è pieno. Perla stessa ragione non può
                  uno temere così e nello stesso tempo nutrire pensieri di superbia. Se sei infatti
                  pieno del timore del Signore, non c’è posto in te per la superbia. E così si deve
                  dire degli altri vizi perché necessariamente tutti vengono esclusi dalla pienezza
                  del  timore.  E  allora,  se  temerai  pienamente  e  perfettamente,  la  carità  darà
                  sapore alle tue acque alla benedizione del Signore. Senza la carità infatti il timore
                  ha la pena (1 Gv 4,18). E la  carità  è  il vino  che rallegra il cuore dell’uômo.  La
                  carità perfetta caccia via il timore, e dove c’era acqua comincia ad esservi vino, a
                  lode e gloria dello Sposo della Chiesa, il Signore nostro Gesù Cristo, che è sopra
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