Page 46 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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monti perché a causa della superbia, sono decadute dall’altezza delle virtù, ma
                  neppure si sgonfiano mediante la penitenza, fino all’umiltà delle valli, cioè alle
                  valli degli umili. Di questo penso sia stato detto nel salmo: I monti fondono come
                  cera davanti al Signore (Sal 96,5). Questi colli dunque, gonfi e sterili, senza dubbio
                  scavalca  colui  che  sale  nei  monti,  e  lasciatili  con  disprezzo  scende  alle  valli,
                  affinché le valli abbondino di frumento. Al contrario quelli sono condannati a
                  una eterna aridità e sterilità, secondo quell’imprecazione scagliata contro di essi
                  dal  Profeta:  Né pioggia; né rugiada discendano su di voi (2  Re  1,21).  E  perché  tu
                  sappia che dice queste cose riferendosi agli Angeli decaduti, rappresentati dai
                  monti  di  Gelboe,  aggiunge:  dove molti caddero di spada. Quanti  dell’esercito  di
                  Israele  fin  dal  principio  caddero  su  questi  maledetti  monti,  e  ogni  giorno
                  cadono! Di questi scrive il medesimo Profeta dicendo a Dio: Come gli uccisi stesi
                  nel sepolcro, dei quali tu non conservi il ricordo e che la sua mano ha abbandonato (Sal
                  87,6).

                  3. Non fa dunque meraviglia se questi restano sterili e infruttuosi, non monti
                  celesti,  ma  aerei  colli,  sui  quali  non  scende  né  rugiada  né  pioggia,  in  quanto
                  l’autore della grazia e largitore delle beatitudini li scavalca per scendere nelle
                  valli, per irrorare con la celeste pioggia gli umili che sono sopra la terra, perché
                  portino frutto con la pazienza, dove il trenta, dove il sessanta, e dove il cento
                  per  uno.  E  poi  ha  visitato  la  terra,  l’ha  inebriata,  l’ha  ricolmata  delle  sue
                  ricchezze. Ha visitato la terra, non l’aria, perché della misericordia del Signore è
                  piena la terra (Sal 32,5). Infine: Ha operato la salvezza nella nostra terra (Sal 73,12); lo
                  ha  fatto  forse  anche  nell’aria?  Questo  contro  Origene  che  sostiene  con
                  impudente  menzogna  che  il  Signore  della  gloria  sarà,  di  nuovo  crocifisso
                  nell’aria per i demoni, mentre San Paolo ben conscio di questo mistero afferma
                  che Cristo, risorgendo dai morti più non muore, la morte non ha più potere su di lui
                  (Rm 6,9).

                  4. Ma non solo ha visitato la terra colui che ha oltrepassato l’aria, ma anche il
                  cielo, come dice la Scrittura: Signore, la tua grazia è nel cielo e la tua fedeltà fino alle
                  nubi (Sal 35,6). Fino alle nubi, infatti, è il cielo che abitano i santi Angeli, che non
                  ha  sorpassato  lo  Sposo,  ma  è  salito  in  essi,  per  imprimere  in  essi  le  due
                  impronte  dei  suoi  piedi,  la  misericordia  e  la  verità;  delle  quali  impronte  del
                  Signore  mi  ricordo  di  aver  trattato  esaurientemente  nei  sermoni  precedenti.
                  Dalle nubi poi in c’è l’abitazione dei demoni in fondo a quest’aria, ed essi non
                  ritengono  nessuna  impronta  del  passaggio  di  Dio.  Come  infatti  non  ci  può
                  essere nel diavolo la verità, quando nel Vangelo della verità è detto di lui che
                  non  stette  nella  verità  (Gv  8,44)  ma  fu  bugiardo  fin  dall’inizio?  E  neppure  si
                  potrebbe dire che  è misericordioso,  mentre si dice  di lui, sempre  nello stesso
                  Vangelo che fu omicida fin dall’inizio. Ora, quale il padre di famiglia, tali anche
                  i suoi domestici. Ben a proposito dunque la Chiesa, cantando a riguardo dello
                  Sposo  che  abita  in  alto  e  guardarle  cose  umili  in  cielo  e  sulla  terra,  non  fa
                  nessuna menzione di quegli spiriti superbi che si trovano nell’aria, perché Dio
                  resiste ai superbi e dà la grazia agli umili (Gc 4,6).
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