Page 42 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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sopra di essi, e di che specie? Se pensiamo che siano quei monti sui quali il
Vangelo riferisce che una volta furono lasciate le novantanove pecore, mentre il
loro Pastore è venuto sulla terra a cercare quella che si era perduta, la cosa
rimane ancora oscura, e non si capacita l’intelletto, dato che non è facile trovare
quelle spirituali e sopracelesti beatitudini, quali sono certamente le pecore
che,là hanno dimorato, quali monti e quali colli similmente spirituali e di che
natura abbiano per abitazione o per pascolare in essi. Tuttavia se non
esistessero la Verità non ne avrebbe parlato. E neppure il Profeta, molto tempo
prima avrebbe detto della suprema città Gerusalemme che le sue fondamenta sono
sui monti santi (Sal 86,1), se veramente là non vi fossero dei monti santi.
Infine, che quella celeste abitazione abbia dei monti e dei colli spirituali non
solo, ma vivi e ragionevoli, sentilo da Isaia: I monti e le colline canteranno lodi
davanti a Dio (Is 55,12).
5. Chi pertanto sono questi se non gli stessi spiriti che abitano nei cieli, che la
voce del Signore abbiamo detto chiamare pecore, di modo che sono la stessa
cosa i monti e le pecore, a meno che in modo assurdo si voglia significare che i
monti pascolano sui monti e le pecore nelle pecore.
III. E secondo la lettera il senso suona duro; secondo lo Spirito invece il senso
suona dolce se avvertiamo sottilmente come il Pastore di entrambi i greggi, cioè
Cristo Sapienza di Dio provvede un solo e medesimo pascolo di verità in modo
diverso ai greggi celesti e a quelli della terra. Noi infatti uomini mortali, finché
siamo nel luogo del nostro pellegrinaggio, dobbiamo mangiare il nostro pane
con il sudore del nostro volto, mendicandolo fuori nella fatica e nel dolore, o
dagli uomini dotti o dai libri sacri, o guardando gli attributi invisibili di Dio resi
intelligibili attraverso le creature; gli Angeli, invece, vivono beati in ogni
pienezza, sia pure non da se stessi, con tanta facilità quanta ne è loro donata.
Sono infatti tutti istruiti da Dio: questo è promesso con verità certa, che
conseguiranno un giorno gli eletti degli uomini, ma non è dato ancora di
sperimentarlo con felicità sicura.
6. Pascolano pertanto i monti sui monti, o le pecore nelle pecore, quando quelle
superiori sostanze spirituali ricevono abbondantemente dentro a se stesse, dal
Verbo di vita, quanto è necessario per vivere senza fine la loro vita, la stessa
cosa sia monti che pecore, monti per la pienezza e l’altezza, pecore per la
mansuetudine. Pieni infatti di Dio, sublimi per i meriti, arricchiti di virtù,
tuttavia essi sottomettono le alte cime con tutta e umile obbedienza e si
inclinano con le loro vertiginose altezze al comando della maestà, come pecore
mansuetissime che camminano in tutto al cenno del loro padrone, e lo seguono
dovunque va. In questi monti, veramente santi, secondo il Profeta Davide, come
la sapienza creata prima di tutte le cose, sono poste all’inizio le solite
fondamenta della città del Signore; la quale è unica in cielo e sulla terra,
sebbene in parte ancora pellegrinante, e in parte già regnante. E da questi,
secondo Isaia, come da cembali, sonori, risuona di continuo il ringraziamento e