Page 44 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
P. 44

erano sotto la legge (Gal 4,4-5). Colui dunque che fu fatto da donna, che fu fatto
                  anche sotto la legge, non solo scendendo travalicò i monti, cioè le maggiori e
                  superiori  beatitudini,  ma  anche  i  minori  Angeli  i  quali,  in  paragone  dei
                  superiori, a ragione vengono  designati con il nome di colline.  Del resto chi  è
                  minimo nel regno dei cieli, è più grande di chiunque è composto di carne sulla
                  terra,  fosse  pure  quel  grande  Giovanni  Battista.  Poiché  anche  se  in  verità
                  diciamo  che  il  Dio  uomo  supera  di  gran  lunga  anche  come  uomo  tutti  i
                  Principati  e  le  Potestà,  è  tuttavia  certo  che  se  li  sorpassa  in  maestà,  è  loro
                  inferiore riguardo alla infermità della carne. Così dunque salì sui monti e valicò
                  i colli quando si mostrò con somma degnazione inferiore non solo ai superiori,
                  ma anche agli spiriti inferiori, e non solo a quegli spiriti superni, ma a quelli
                  stessi che vivevano ancora nella carne, superando se stesso, e vincendo con la
                  sua umiltà anche l’umiltà degli uomini. Era infatti soggetto a Maria e Giuseppe
                  quand’era  bambino  a  Nazareth,  e  già  fatto  giovane  si  chinò  sotto  le  mani  di
                  Giovanni Battista. Ma il giorno è già avanzato, né d’altronde vogliamo scendere
                  del tutto da questi monti.

                  9.  Del  resto  se  volessimo  questa  volta,  come  ci  piace,  esplorare  tutte  le  cose
                  amene, scrutare le oscure, c’è da temere che il sermone manchi della sua grata
                  brevità, oppure che l’abbondante ed eccellente materia per la fretta non venga
                  trattata con la dovuta diligenza. Fermiamoci qui per oggi, se vi piace, su questi
                  monti, perché è cosa buona per noi lo stare qui, dove da Cristo pastore, collocati
                  insieme ai santi Angeli in luogo di pascoli, ci nutriamo con maggior gaudio e
                  abbondanza.  Siamo  infatti  anche  noi  gregge  del  suo  pascolo.  Ruminiamo
                  dunque come animali mondi le cose riguardanti il buon Pastore che abbiamo
                  ingerito con avidità nell’odierno sermone, per ricevere con più attenzione in un
                  altro sermone ciò  che resta dello stesso capitolo, secondo  che  lo  concederà lo
                  Sposo  della  Chiesa  Gesù  Cristo  nostro  Signore,  che  è  sopra  tutte  le  cose  Dio
                  benedetto nei secoli. Amen.



                                                    SERMONE LIV

                  I. Altra spiegazione riguardo ai predetti monti; il salto dello sposo e stato verso coloro del cui
                  ministero si è degnato di servirsi. II. I colli che lo sposo sormonta sono gli spiriti aerei, designati
                  col nome di  Gelboe, monti sui quali salgono uomini  e angeli. III. Per scontare la sua pena il
                  diavolo ebbe in sorte un luogo nell’aria, posto fra i monti superiori e inferiori. IV. Esortazione a
                  guardarsi dalla superbia sull’esempio dell’angelo significato dal nome di Gelboe. V. Il triplice
                  timore che dobbiamo nutrire sempre per guardarci dalla superbia.


                  I. 1. Circa il versetto che è stato materia del sermone di ieri, voglio accennare a
                  un  altro  senso  che  ho  riservato  per  oggi;  voi  vedrete  e  sceglierete  quello  che
                  meglio vi garba. Non è il caso di ripetere quanto abbiamo già detto, che penso
                  non abbiate così presto dimenticato. A meno che non siano state scritte le cose
   39   40   41   42   43   44   45   46   47   48   49