Page 33 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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frattempo  riposa.  Dico  a  voi  la  mia  esperienza.  Se  talvolta  ho  appreso  che
                  qualcuno  di  voi,  da  me  esortato,  aveva  fatto  dei  progressi,  allora  non  mi  è
                  rincresciuto di aver preferito, lo confesso, la fatica dei discorsi al mio riposo e
                  alla  mia  quiete.  Quando  per  esempio,  dopo  un  sermone,  un  tipo  iracondo  si
                  trova mutato in mite, un superbo in umile, un pusillanime in forte; e chi è mite,
                  umile  e  forte  è  cresciuto,  ognuno  nella  sua  grazia,  e  si  riconosce  diventato
                  migliore di prima; così chi forse si era intiepidito e languiva nella vita spirituale,
                  e gli intorpiditi e i sonnolenti, se all’infuocata parola del Signore pare si siano
                  infervorati e svegliati; e se coloro che, abbandonata la fonte della sapienza, si
                  erano scavate le cisterne della volontà propria che sono incapaci di contenere
                  acqua, per cui a ogni comando, come si sentissero schiacciati da un peso, con
                  cuore  arido  mormoravano,  non  avendo  in  sé  nessun  umore  di  devozione:  se
                  tutti  costoro,  dico,  ricevuta  la  rugiada  della  parola  e  la  pioggia  abbondante
                  mandata  da  Dio  al  suo  popolo,  dimostrano  di  aver  rifiorito  nelle  opere
                  dell’obbedienza, divenuti in tutto ossequienti e devoti, allora vi dico, non ha più
                  motivo  di  tristezza  la  mia  mente  per  l’interrotta  applicazione  alla  gioiosa
                  contemplazione, dal momento che mi trovo circondato da tanti fiori e frutti di
                  pietà. Sopporto con pazienza di venire strappato agli amplessi dell’infeconda
                  Rachele,  quando  mi  trovo  tra  l’abbondante  frutto  dei  vostri  profitti.  Non
                  rimpiangerò  affatto  di  aver  interrotto  la  quiete  della  contemplazione  per
                  preparare  i  miei  sermoni  quando  vedrò  germogliare  in  voi  il  mio  seme  e
                  crescere i frutti della vostra giustizia. La carità, infatti, che non cerca l’interesse
                  proprio, mi ha già da molto tempo facilmente persuaso di questo, cioè di non
                  preferire nessuna delle cose che io desidero ai vostri interessi.
                  Pregare, leggere, scrivere, meditare, e tutte le altre, cose che interessano la vita
                  interiore, tutto ho considerato come una perdita per voi.

                  4. Circondatemi di fiori, stipatemi di frutti, perché languisco d’amore. Queste cose ha
                  dunque dette la sposa alle giovanette in assenza dello Sposo, ammonendole a
                  progredire nella fede e nelle opere buone, fino a che egli ritorni, comprendendo
                  che in questo vi è e il beneplacito dello Sposo e la loro stessa ,salvezza e in più
                  la sua propria consolazione. So di aver spiegato più a fondo questo passo nel
                  libro  dell’amore  di  Dio  e  sotto  un  altro  aspetto,  se  migliore  o  peggiore  lo
                  giudichi il lettore, se qualcuno vorrà vederli tutti e due. Non sarò certamente
                  giudicato da un uomo prudente riguardo ai diversi sensi, purché sia in nostro
                  favore  da  una  parte  e  dall’altra  la  verità,  e  la  carità,  alla  quale  le  Scritture
                  devono servire, porti edificazione a tante più persone quanti più saranno i sensi
                  veri  che  da  esse  nel  suo  lavoro  ricaverà.  Perché  poi  dovrebbe  dispiacere  nei
                  sensi della Sacra Scrittura ciò che sperimentiamo ogni giorno e continuamente
                  nell’uso delle cose? A quanti usi del nostro corpo, per portare un esempio, viene
                  impiegata la, sola acqua? Così una sola frase della Parola di Dio non è strano
                  che abbia diversi sensi, adattabili alle diverse necessità e usanze delle anime.

                  III. 5. Segue: La sua sinistra è sotto il mio capo, e la sua destra mi abbraccerà (Cant
                  2,6). Anche su questo passo nel predetto opuscolo [De diligendo Deo] ricordo di
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