Page 32 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
P. 32

mostra languente di amore,  cioè  a causa dell’amore. Quanto più  dolce aveva
                  provato  la  sua  presenza,  tanto  più  sentiva  molesta  ora  la  sua  assenza.  La
                  sottrazione della cosa che ami, infatti, ne fa crescere il desiderio, e più ardente è
                  il  desiderio,  tanto  più  ne  soffri  la  mancanza.  Prega  perciò  la  sposa  di  essere
                  confortata dai profumi dei fiori e dei frutti, fino a che ritorni colui la cui assenza
                  le è oltremodo molesta. Questo è il filo del racconto.

                  2. Ora tentiamo di cavarne il frutto spirituale che vi si nasconde, con la guida
                  dello Spirito. E se è la comune Chiesa dei santi che qui si sente parlare, nei fiori
                  e  nei  frutti  siamo  designati  noi  e  tutti  coloro  che  in  tutto  il  mondo  si  sono
                  convertiti dal mondo. Nei fiori viene mostrata la novella e ancora tenera vita
                  degli incipienti, nei frutti la fortezza dei proficienti e la maturità dei perfetti. Da
                  questi circondata la madre gravida e fruttificante, per la quale vivere è Cristo e
                  morire  un  guadagno,  sopporta  con  grande  pazienza  la  pena  del  suo  tardare,
                  perché  secondo  la  Scrittura  le  viene  dato  del  frutto  delle  sue  mani,  come  da
                  primizie dello Spirito, e la lodano in pubblico le sue opere. Se invece, secondo il
                  senso morale, vuoi applicare queste due cose a una singola anima, i fiori cioè e i
                  frutti, puoi intendere per fiori la fede e per frutti le opere. E non senza ragione,
                  penso io, pensi in questo modo se, come fiore che precede il frutto, così bisogna
                  che  la  fede  preceda  le  buone  opere.  Diversamente,  senza  fede  è  impossibile
                  piacere a Dio, come dice San Paolo, il quale dice di più: Tutto quello che non viene
                  dalla fede è peccato (Rm 14,23). Pertanto, né c’è frutto senza fiore, né senza fede vi
                  è opera buona. Ma anche la fede senza le opere è morta, come appare inutile il
                  fiore a cui non tiene dietro il frutto. Circondatemi di fiori, stipatemi di frutti, perché
                  languisco d’amore. Dunque, dalle buone opere radicate in una fede sincera, riceve
                  conforto  l’anima  abituata  alla  quiete  ogni  volta  che  le  viene  sottratta,  come
                  suole  accadere,  la  luce  della  contemplazione.  Chi  mai  infatti,  non  dico  di
                  continuo, ma a lungo, fino a che è in questo corpo, può godere della luce della
                  contemplazione? Ma ogni volta che cade, come ho detto, dalla contemplazione,
                  sempre  ritorna  alla  vita  attiva,  per  ritornare  di  qui,  come  da  vicino,  più
                  familiarmente,  allo  stesso  punto,  perché  queste  due  cose  sono  compagne  e
                  abitano insieme: Marta cioè è sorella di Maria. E anche se scende dalla luce della
                  contemplazione,  non  si  lascia  cadere  nelle  tenebre  del  peccato  o  nell’ignavia
                  dell’ozio, ma si trattiene nella luce delle buone opere. E perché tu sappia che
                  anche  le  opere  buone  sono  luce,  dice:  Splenda la vostra luce davanti agli uomini
                  (Mt 5,16): il che senza dubbio è stato detto delle opere che gli uomini potevano
                  vedere.

                  II.  3.  Circondatemi di fiori, stipatemi di frutti, perché languisco d’amore. Quando  è
                  vicino colui che si ama l’amore vive, languisce quando chi si ama è lontano. E
                  questo  altro  non  è  che  un  certo  tedio  del  desiderio  impaziente  dal  quale  e
                  necessariamente presa l’anima di chi ama fortemente quando l’oggetto del suo
                  amore  è  assente;  mentre,  tutta  protesa  nell’aspettativa  sente  come  un  ritardo
                  anche l’affrettarsi. E perciò chiede di essere circondata da un cumulo di frutti di
                  buone  opere  con  i  profumi  della  fede,  tra  i  quali,  tardando  lo  Sposo,  nel
   27   28   29   30   31   32   33   34   35   36   37