Page 30 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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da parte un libro per andare a faticare in un lavoro manuale! Quante volte per
amministrare cose terrene, giustissimamente sospendiamo le stesse celebrazioni
della S. Messa! Ordine a rovescio; ma la necessità non ha legge. La carità attiva
dispone dunque il suo ordine secondo il comando del padre di famiglia,
cominciando dagli ultimi, pia certamente e giusta, senza accettazione di
persone, né considerando il valore delle cose, ma le necessità degli uomini.
6. Ma non così la canta affettiva: questa stabilisce il suo ordine cominciando
dalle cose prime. È infatti sapienza, per la quale le cose hanno sapore secondo
che sono, sicché per esempio quelle cose che la natura ha di più grandi anche la:
stessa affezione sente maggiormente, di meno le minori, le minime
minimamente. Nella carità attiva l’ordine è fatto dalla verità della carità; qui
invece è riservato alla carità della verità. Infatti in questo sta la vera carità, che
quelli che sono più bisognosi ricevano per primi; e di nuovo in questo appare
rara la verità, se teniamo con l’affetto l’ordine che quella tiene con la ragione.
III. Ma tu se ami il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte
le tue forze, e con affetto più fervente sorpassi quell’amore di cui si contenta la
carità attiva, e ti senti tutto acceso di quel divino amore, al quale questo fa da
gradino, per aver ricevuto in pienezza lo Spirito, allora tu gusti veramente Dio,
sebbene non del tutto come Egli è, il che è impossibile a ogni creatura, ma
certamente per quanta è la tua capacità di gustarlo, In seguito gusterai anche tu
stesso come sei, quando sentirai di non aver nulla in te che ti renda degno di
amarti se non in quanto sei di Dio: in quanto tutto quello per cui tu ami lo hai
effuso in lui. Ti gusterai come sei quando per la stessa esperienza dell’amore
tuo e dell’affetto che avrai verso di te, troverai che tu non sei nulla che sia
degno di essere amato da te se non per colui senza del quale tu sei niente.
7. E ora il prossimo che tu devi amare come te stesso, perché abbia per te sapore
secondo quello che è, non avrà certo altro sapore che quello che tu senti per te.
Se dunque tu non ti ami se non perché ami Dio, di conseguenza tutti quelli che
similmente lo amano tu li ami, come te stesso. Pertanto un uomo nemico, che
non è nulla per il fatto che non ama Dio, non puoi amarlo come te stesso che
ami Dio. Non è la stessa cosa amare perché ami e amare perché ama. Pertanto
affinché tu lo senta come è, lo gusterai non secondo quello che è, perché di fatto
non è nulla, ma secondo quello che forse sarà in futuro, il che è vicino al nulla,
in quanto è sospeso al dubbio. Che se fosse certo che non tornerà in seguito
all’amore di Dio, allora necessariamente non ti saprà quasi di niente, ma niente
affatto, perché in eterno non sarà nulla. Eccettuato questo che non solo non è
più da amare, ma per di più è da odiare, secondo quel detto: Non odio forse, o
Signore, quelli che ti odiano, e detesto i tuoi nemici (Sal 138,21)? per il resto a nessun
uomo, anche se inimicissimo, la carità ambiziosa permette che venga negato un
qualche affetto. Chi è sapiente e comprenderà queste cose?
8. Dammi un uomo che con tutto se stesso ami Dio sopra tutte le cose; e ami se