Page 26 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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riunione di tutti i santi. Ma occorre che tutti questi sianô legati e associati da
un’unica carità nell’unità del corpo di Cristo: e questo non lo potrà fare questa
carità se non sarà ordinata. Se infatti ognuno si lascia trasportare dal suo
impulso secondo lo Spirito che ha ricevuto, e indifferentemente si orienta a
tutto ciò che vuole, secondo il capriccio e non secondo il giudizio della ragione,
mentre nessuno si contenterà dell’ufficio assegnatogli, ma tutti senza
discrezione cercheranno di mettere mano a ogni cosa, non vi sarà più unità, ma
piuttosto confusione.
III. 6. Ha ordinato in me la carità. Oh, se il Signore Gesù ordinasse anche in me
quel poco di carità che mi ha dato, di modo che cosi io mi preoccupi di tutte le
cose che interessano lui, in modo però da curare anzitutto ciò che riguarda il
mio dovere o il mio impegno; ma in realtà cosi prima questo che io sia
maggiormente interessato a quelle altre molte cose che non mi riguardano in
modo speciale. Non sempre infatti quello a cui prima si deve badare è quello
che deve stare più a cuore, e spesso ciò che e prima oggetto di sollecitudine e
meno utile e per questo deve avere meno importanza in ordine all’affetto.
Spesso pertanto ciò che si mette al primo posto perché è comandato, viene
giudicato meno importante dalla ragione, e quando la verità giudica che una
cosa da preferirsi, l’ordine della carità impone di farla con più amore. Per
esempio a me è comandato di aver cura di tutti voi. Ora, qualunque cosa io
preferissi a questa incombenza che mi impedisca di vigilare nell’esecuzione di
questo dovere e in modo tale da essere a. voi utile secondo le mie forze, anche
se per caso agissi per motivi di carità, ciò non mi sarebbe consentito dall’ordine
della ragione. Ma se io mi applico a questo compito prima che a ogni altra cosa,
come e mio dovere, e non godo dei maggiori interessi di Dio che sento per caso
realizzati per mezzo di un altro, è chiaro che in parte osservo e in parte no
l’ordine della carità. Se invece io mi applico in modo speciale a ciò che è mio
compito, e riservo un maggiore affetto a quello che è più importante, mi trovo
ad avere in ogni caso mantenuto l’ordine, e nulla mi impedisce di dire anch’io:
Ha ordinato in me la carità.
7. Se poi dici che. è difficile che uno goda più per un grande bene altrui che per
uno proprio piccolo, osserva anche da questo l’eccellenza della grazia nella
sposa, e come non tutte le anime possano dire: Ha ordinato in me la carità. Perché
si sono fatte scure le facce di alcuni di voi a questo discorso? Lunghi sospiri
indicano infatti la tristezza del vostro animo e l’abbattimento della vostra
coscienza. In realtà se misuriamo noi stessi da noi, sentiamo come per alcuni di
noi, come dimostra l’esperienza della nostra imperfezione, sia rara virtù non
invidiare la virtù degli altri e invece piuttosto godere di essa, congratularsene
più che non fosse propria, quando uno si vede superato nella virtù. Ancora
poca luce abbiamo in noi, o fratelli, quanti abbiamo questi sentimenti.
IV. Camminiamo finché abbiamo la luce, affinché non ci sorprendano le
tenebre. Camminare equivale a progredire. Camminava l’Apostolo che diceva: