Page 191 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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con questo di avermi cercata. Come non gli risponderò nel cercarlo anche da
                  parte mia, mentre gli corrispondo nell’affetto? Si adirerà forse per essere cercato
                  mentre anche disprezzato ha taciuto? Anzi non disprezzerà colei che lo ricerca,
                  lui  che  la  cerca  quando  lo  disprezza.  È  benigno  lo  spirito  del  Verbo  e
                  preannuncia  cose  benigne  per  me,  facendo  presente  e  rendendomi  persuasa
                  circa  lo  zelo  e  il  desiderio  del  Verbo  che  non  può  essere  nascosto.  Scruta  le
                  profondità di Dio, consapevole di quei pensieri di pace e non di afflizione che
                  pensa. Come non sarei animata a cercarlo avendone sperimentata la clemenza,
                  persuasa dei suoi pensieri di pace?

                  7. Fratelli, sentirsi suggerire questo equivale ad essere cercati dal Verbo, esserne
                  persuasi equivale a trovarlo. Ma non tutti capiscono questo. Che  cosa faremo
                  per i nostri piccoli, parlo di quelli che sono principianti tra di noi, non insipienti
                  però,  poiché  possiedono  l’inizio  della  sapienza,  vicendevolmente  soggetti  nel
                  timore  di  Cristo?  Da  dove  dimostreremo  loro,  dico,  che  le  cose  stanno
                  veramente così nella sposa, non avendo essi ancora sperimentato in se stessi tali
                  cose? Ma io  li rimando  a un tale a cui non potranno fare  a meno di credere.
                  Leggano nel Libro quello che non credono succedere in un altro cuore, per il
                  fatto che non lo vedono. Sta scritto nei Profeti: Se un uomo ripudia la sua donna,
                  che si allontana da lui e si unisce a un altro uomo, ritornerà egli mai da lei? Forse che
                  una simile donna non é tutta contaminata? Ora tu hai fornicato con molti amanti; e
                  tuttavia»ritorna a me, dice il Signore, e io ti accoglierò (Ger  3,1).  Sono  parole  del
                  Signore, non è lecito non credervi. Credano quelli che non ne hanno esperienza,
                  perché  per  merito  della  fede  conseguano  un  giorno  il  frutto  dell’esperienza.
                  Penso  di  aver  chiarito  a  sufficienza  in  che  cosa  consiste  l’essere  cercato  dal
                  Verbo, e quale sia questa necessità, non per il Verbo, ma per l’anima, solo quella
                  che ha sperimentato queste cose le conosce più a fondo e con maggiore felicità.
                  Rimane da insegnare, nel seguente sermone, alle anime assetate, come cercare
                  colui dal quale sono state cercate, o piuttosto impariamo da colei che in questo
                  passo è descritta mentre cerca l’amato dell’anima sua, Sposo dell’anima Gesù
                  Cristo nostro Signore, che è sopra tutte le cose Dio benedetto nei secoli. Amen.



                                                  SERMONE LXXXV


                  I.  Per  quali  motivi  l’anima  cerca  il  Verbo;  ne  elenca  sette  e  per  prima  la  correzione  e  la
                  cognizione. II. Colui che spinge l’anima è trino; l’uomo deve guardarsi soprattutto da se stesso,
                  e  che  cosa  sia  la  virtù  e  come  sia  onnipotente  colui  che  spera  nel  Cristo,  al  quale  soltanto
                  bisogna  appoggiarsi  per  conseguire  la  virtù.  III.  Attraverso  il  Verbo  siamo  ricreati  per  la
                  Sapienza, e la differenza fra sapienza e virtù. IV. Che cosa significhi conformarsi al Verbo per la
                  bellezza, sposarlo per la fecondità, o goderne per la gioia, per quanto si può in questa vita.


                  I. 1. Nel mio lettuccio ho cercato l’amato dell’anima mia (Cant 3,1). A quale scopo?
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