Page 189 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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piuttosto un olio per esso: esso è, infatti, una fiamma. È così. Sarà colmata la
letizia, ma non ci sarà fine per il desiderio, e per questo non si cesserà di
cercare. Ma tu pensa, se puoi, a questa ricerca appassionata che non viene
meno, e a questo desiderio che non rende ansioso: uno viene dalla presenza,
l’altro è escluso dall’abbondanza.
2. Ora vedete perché ho promesso queste cose. Affinché ogni anima tra di voi
che cerca Dio non cambi in un grande male un grande bene, e conosca di essere
stata prevenuta in lui, e cercata prima che essa lo cercasse. Così, infatti, da
grandi beni sono soliti nascere mali non meno grandi quando, resi illustri dai
beni del Signore, usiamo di questi doni come se non li avessimo ricevuti e non
diamo gloria a Dio. E così quelli che sembravano grandi per la grazia ricevuta,
per non avere reso grazie a Dio vengono da lui reputati minimi. Ma io vi
risparmio. Ho usato le parole più modeste con il massimo e con il minimo; ma
quello che sento non l’ho espresso. Non ho chiarito bene la differenza, ma
metterò a nudo le cose: avrei dovuto dire ottimo e pessimo, perché certamente
uno diventa tanto più pessimo quanto più era ottimo, se ciò per cui è ottimo lo
attribuisce a sé. Questa è pessima cosa. E se uno dice: Per carità! Io lo riconosco:
Sono quello che sono per grazia di Dio (1 Cor 10,15), ma poi cerca di acquistarsi un
po’ di gloria per la grazia che ha ricevuto, non è costui un ladro e un brigante?
Uno che è cosa si sentirà dire: Dalla tua bocca ti giudico, servo malvagio (Lc 19,22).
Che c’è di più malvagio del servo che si usurpa la gloria del suo Signore?
3. Nel mio lettuccio per notti ho cercato l’amato dell’anima mia. L’anima cerca il
Verbo, ma se prima è stata cercata dal Verbo. Diversamente una volta uscita o
cacciata dalla faccia del Verbo, il suo occhio non tornerà a vedere cose buone se
non è cercata dal Verbo. Quasi che la nostra anima sia un soffio che va e non
ritorna se è lasciata a se stessa. Senti come si lamenti e che cosa chieda un’anima
profuga e andata fuori strada: Come pecora smarrita vado errando, cerca il tuo servo
(Sal 118,176). O uomo, vuoi ritornare? Ma se è questione di volontà, perché
chiedi aiuto? Perché vai mendicando altrove ciò di cui hai abbondanza. È chiaro
che vuole e non può; ed è un soffio che va e non ritorna, anche se è più lontano
chi non vuole neppure. Tuttavia non direi neanche che sia del tutto traviata o
abbandonata quell’anima che desidera tornare e chiede di essere cercata. Da
dove infatti le viene questa volontà? Se non sbaglio dal fatto che è già visitata e
cercata dal Verbo, né questa è stata una vana ricerca in quanto ha influenzato la
volontà, senza la quale il ritorno non era possibile. Ma non basta essere cercata
una volta sola; è tanto grande la debolezza dell’anima e tanta la difficoltà del
ritorno. Anche se vuole la volontà è a terra quando mancano le forze. Poiché ho
sì la volontà ma nella pratica non riesco a fare il bene (Rm 7,18). Che cosa chiede,
dunque, colui che abbiamo citato dal salmo? Certamente non altro che di essere
cercato, e non lo chiederebbe se non fosse stato cercato, e non lo chiederebbe di
nuovo se fosse stato cercato a sufficienza. Perciò chiede: Cerca il tuo servo,
affinché colui che ha dato il volere dia anche di portare a compimento, secondo
la buona volontà.