Page 173 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
P. 173
grande da fare Dio? Ma se la divinità non è Dio, che cosa è? O infatti è Dio, o
qualche cosa che non è Dio, o non è nulla. Ora tu dici che non è Dio, ma
ammetti che non può essere nulla, perché senza di essa Dio non può essere Dio,
e per essa lo è. E se è qualche cosa che non è Dio, o sarà minore di Dio, o
maggiore o pari a lui. Come, pertanto, potrà essere minore di Dio, se per essa
egli è Dio? Resta che sia maggiore o uguale. Ma se è maggiore di Dio è essa il
sommo bene, non Dio; se è pari a Dio vi sono allora due sommi beni, non uno
solo; e il sentimento cattolico non accetta né l’una né l’altra cosa. Quello che si è
detto della divinità si dica pure della grandezza, della bontà, della giustizia e
della sapienza. Esse sono una cosa sola in Dio e con Dio. Né egli è buono per
altra ragione da quella per cui è grande, né è giusto o sapiente per motivo
diverso da quello per cui è grande e buono; né è insieme tutte queste cose per la
stessa ragione per cui è Dio; e non c’è altra ragione per cui è Dio che lui stesso.
7. Ma dice l’eretico: «Che? Neghi che per la divinità Dio è Dio». «No; ma
sostengo che la divinità per cui è Dio è parimenti Dio, per non dire che c’è
qualcosa di più eccellente di Dio. Così per la grandezza lo dico grande, ma
quella grandezza è lui stesso, per non porre qualcosa di più grande di Dio; e per
la bontà lo confesso buono, ma non altra bontà diversa da quella che egli è,’ per
non sembrare di aver trovato qualcosa migliore di lui, e così nella stessa
maniera degli altri divini attributi. Sicuramente e volentieri cammino a piede
sicuro, come si dice, in quella sentenza: «Dio non è grande se non per quella
grandezza che è quello che è lui. Diversamente quella sarebbe una grandezza
3
più grande di Dio». Agostino è qui il validissimo martello degli eretici. Per
parlare più propriamente di Dio si dovrebbe dire più giustamente e più
convenientemente: «Dio è la grandezza, la bontà, la giustizia, la sapienza»
piuttosto che dire: «Dio è grande, buono, giusto e sapiente».
8. Perciò non senza ragione nel Concilio che Papa Eugenio ha celebrato a Reims,
sia a lui come agli altri vescovi è apparsa perversa e del tutto sospetta
l’opinione espressa nel libro di Gilberto, vescovo di Poitiers, con cui,
commentando le parole di Boezio sulla SS. Trinità, parole sante e conformi alla
dottrina cattolica, si esprimeva in questo modo: «Il Padre è verità, cioè vero; il
Figlio è verità, cioè vero; lo Spirito Santo è verità, cioè vero. E questi tre insieme
non tre verità ma una sola verità, cioè un solo vero». Spiegazione oscura e
perversa! Come avrebbe detto più veramente e più correttamente per il
contrario: «Il Padre è vero, cioè verità; il Figlio è vero, cioè verità; lo Spirito
Santo è vero, cioè verità. E questi tre un solo vero, cioè una sola verità».
Avrebbe fatto questo se si fosse degnato di imitare san Fulgenzio il quale dice:
«Una sola verità, infatti, in un solo Dio, anzi una sola verità, un solo Dio non
permette che si congiunga il servizio e il culto del Creatore e della creatura».
Buon correttore che parlava veracissimamente della verità, che sentiva
veramente e cattolicamente della vera e pura semplicità della divina sostanza,
3 AGOSTINO DI IPPONA, De Trinitate, V, X, 11: PL 42,918.