Page 168 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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oltrepassato, più che semplicemente passato. E anche noi passiamo alle cose che
                  seguono.

                  II. 4. Lo strinsi fortemente e non lo lascerò, finché non l’abbia condotto in casa di mia
                  madre, nella stanza della mia genitrice (Cant 3,4). È così: d’allora in poi non venne
                  meno  il  popolo  cristiano,  né  la  fede  dalla  terra,  né  la  carità  dalla  Chiesa.
                  Strariparono  i  fiumi,  soffiarono  i  venti  e  si  abbatterono  contro  di  essa,  e  non  cadde
                  perché  era  fondata  su  salda  roccia  (Mt  7,25)  e  la  pietra  era  Cristo  (1  Cor  10,4).
                  Pertanto, né per le chiacchiere dei filosofi, né per i cavilli degli eretici, né per la
                  spada dei persecutori la Chiesa poté o potrà mai essere separata dalla carità di
                  Dio che è in Cristo Gesù: tanto fortemente tiene colui che l’anima sua ama, tanto
                  è cosa buona per lei. La saldatura è buona, dice Isaia (41,7). Che cosa vi è di più
                  tenace di questo glutine che né si scioglie con l’acqua, né si dissolve con i venti,
                  né  si  divide  con  le  spade?  Infine:  Le  grandi acque  non possono spegnere  l’amore
                  (Cant  8,7).  Lo strinsi, non lo lascerò. E  il  santo  Patriarca:  Non ti lascerò, dice,  se
                  prima non mi avrai benedetto (Gen 32,26). Così questa non vuole lasciarlo; e forse
                  non lo vuole più che il Patriarca, perché non lo vorrebbe neppure in cambio di
                  una  benedizione;  Giacobbe,  infatti,  ricevuta  la  benedizione  lasciò  andare
                  l’Angelo, ma questa no. «Non voglio dice la tua benedizione, ma te: infatti chi
                  altri avrò per me in cielo, e fuori di teche cosa bramo sulla terra (Sal 72,25)? Non ti
                  lascerò anche se mi avrai benedetto».

                  5. Lo strinsi fortemente e non lo lascerò. Forse neanche lui è meno contento di lei di
                  essere tenuto stretto, dicendo di sé: Le mie delizie sono nello stare con i figli degli
                  uomini (Pr 8,31), e questo lo promette dicendo: Ecco io sono con voi tutti i giorni
                  fino alla fine del mondo (Mt 28,20). Che cosa di più forte di questa unione per cui
                  di due si è formata una sola volontà? Lo strinsi fortemente, dice. Ma anch’essa da
                  parte sua è tenuta da colui che essa tiene, e al quale dice: Hai tenuto la mia mano
                  destra (Sal 72,24). Colei che é tenuta e tiene come potrà ormai cadere? Tiene con
                  la fermezza della fede, tiene con l’affetto della devozione. Ma non terrebbe per
                  molto  tempo  se  non  fosse  essa  stessa  tenuta.  È  tenuta  dalla  potenza  e  dalla
                  misericordia  del  Signore.  Lo strinsi  fortemente e  non lo lascerò  finché non l’abbia
                  condotto in casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice. Grande la carità della
                  Chiesa  che  non  invidia  neppure  alla  sua  emula,  la  Sinagoga,  le  sue  delizie.
                  Quale  maggiore  benignità  che  essere  disposta  a  comunicare  anche  alla  rivale
                  colui  che  è  l’amato  dell’anima  sua?  Non  fa  meraviglia,  del  resto,  perché  la
                  salvezza viene dai Giudei (Gv 4,22). Al luogo da cui era uscito ritorni il Salvatore,
                  perché si salvi il resto di Israele. Non siano i rami ingrati alla radice, non i figli
                  alla madre: non invidino i rami la radice, perché da essa sono germinati, non
                  invidino la madre i figli perché hanno succhiato al suo seno. Tenga, pertanto, la
                  Chiesa ben stretta la salvezza che la Giudea ha perduto: essa l’ha presa fino a
                  che entri la pienezza dei Gentili e allora tutto Israele sia salvo. Voglia in comune
                  che  venga  la  comune  salvezza,  la  quale,  anche  se  partecipata  da  tutti  non
                  diminuisce per i singoli. Questo fa la Chiesa e più ancora. Che cosa di più? Essa
                  augura alla Sinagoga il nome e la grazia di sposa. Questo è veramente più che la
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