Page 169 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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salvezza.
6. Incredibile carità, se non ne facessero fede le parole che essa ha detto. Ha
detto, infatti, se ben ricordate, di voler introdurre colui che teneva stretto non
solo nella casa della madre, ma anche nella camera nuziale, il che è prerogativa
della sposa. Per la salvezza bastava che entrasse nella casa; ma il segreto della
camera nuziale indica la grazia. Oggi, dice, la salvezza ê entrata in questa casa (Lc
19,9). Come non sarebbe venuta la salvezza per gli abitanti dal momento che il
Salvatore era entrato in casa? Ma colei che merita di riceverlo nella stanza da
letto ha a parte un suo segreto particolare. La casa abbia per sé la salvezza, per
il talamo sono riservate delizie particolari. Lo introdurrò in casa di mia madre,
dice. In quale casa se non in quella di cui preannunziava un giorno ai Giudei:
Ecco la vostra casa sta per esservi lasciata deserta (Lc 13,35). Fece come aveva detto,
come ne testimonia anche il Profeta: Io ho abbandonato la mia casa, ho ripudiato la
mia eredità (Ger 12,7). E ora questa promette di ricondurlo e di restituire alla
casa di sua madre la salvezza perduta. E se questo sembra poco, senti che cosa
di buono aggiunge: e nella stanza della mia genitrice. Chi entra nel talamo è sposo.
Grande potenza dell’amore! Il Salvatore indignato era uscito dalla sua casa e
dalla sua eredità, ed ora per grazia di costei mitigato si piega tanto da ritornare
non solo come Salvatore, ma come Sposo. Benedetta tu dal Signore, o figl a, che
i
e freni l’indignazione e restituisci l’eredità. Benedetta tu per la tua madre,
perché per la tua benedizione si allontana l’ira, ritorna la salvezza, ritorna colui
che dice: Io sono la tua salvezza (Sal 34,3). Né basta questo, continui e dica: Ti
sposerò a me nella fede, ti farò mia sposa nel diritto e nella giustizia, nella benevolenza e
nell’amore (Os 2,18-19). Ma ricordati che colei che concilia questa amicizia è la
sposa. Come, dunque, potrà cedere a un’altra lo Sposo, e un tale Sposo, o
desiderarlo a un’altra? Certo di no. Lo desidera si, come buona figlia, alla
madre, ma non’per cederlo, bensì comunicarlo. Basta uno per due, anzi non
saranno più due, ma una sola in lui. Egli è la nostra pace, che fa dell’una e
dell’altra una sola, perché sia un’unica sposa e un unico Sposo, Gesù Cristo
nostro Signore che è sopra tutte le cose Dio benedetto nei secoli. Amen.
SERMONE LXXX
I. Ritorno al senso morale; rapporto di parentela fra anima e Verbo. II. Il Verbo ha molto più
dell’anima e la rettitudine e la grandezza non sono affatto possesso proprio dell’anima, come
del Verbo. III. Dimostrazione che l’anima differisce dalla sua grandezza. IV. Contro la
perversità di coloro che dicono che la divinità non è Dio, e riprovazione del commento che fa
Gilberto Porata sul De Trinitate di Boezio.
I. 1. Ho saputo che alcuni di voi pur provando piacere nello stupore e