Page 166 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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vedere e non videro? Siete voi che avete meritato di vedere la Sapienza nella
carne, la verità nel corpo, Dio nell’uomo? Molti dicono: Ecco qui, eccolo là (Lc
17,21), ma io penso di prestar fede con maggiore sicurezza a voi che avete
mangiato e bevuto con lui dopo che è risorto dai morti. E questo sia detto per il
fatto che la sposa sia stata trovata dalle sentinelle. Se manca qualche cosa si
supplirà in un altro sermone. Ma ora da questo massimamente appare come
essa sia stata prevenuta dallo Spirito Santo; da coloro che custodiscono la città
trovata e conosciuta, come quella che Dio ha preconosciuto e predestinato
prima del tempo, e preparata da lui per il suo Figlio diletto, perché formi le sue
delizie sempiterne per l’eternità, essendo santa e immacolata al suo cospetto,
germinante come giglio e fiorente in eterno davanti al Signore, Padre del
Signore mio Gesù Cristo, Sposo della Chiesa che è sopra tutte le cose Dio
benedetto nei secoli. Amen.
SERMONE LXXIX
I. Per quale motivo la sposa dice: «Avete visto che l’anima mia ama?» e che cosa significa che
oltrepassa le guardie. II. Il vincolo dell’amore con cui la sposa tiene avvinto lo Sposo e non lo
lascia, e per quale motivo si prepara a introdurlo nella stanza della sua genitrice.
I. 1. Avete visto l’amato dell’anima mia (Cant 3,3). O amore precipitoso, veemente,
ardente, impetuoso, che non lasci pensare ad altro che a te, che hai in fastidio
tutto il resto, tutto disprezzi fuori di te, soddisfatto solo di te! Tu confondi gli
ordini, dissimuli le usanze, non conosci misure; tutti quelli che sembrano essere
dettami della convenienza, della ragione, del pudore, della prudenza e
dell’equità devono cedere a te e tu li riduci in schiavitù. Ecco tutto quello che
questa sposa pensa e quello che dice sa di amore, profuma di amore e null’altro.
Perciò esso si è fatto padrone del cuore e della lingua. Dice: Avete visto l’amato
dell’anima mia? Quasi che quelli sappiano ciò che pensa questa. Chiedi
informazioni di colui che la tua anima ama? Ma non ha un nome? E chi sei tu, e
chi è lui? Così avrei detto io per la stranezza del discorso e la notevole
trascuratezza dei termini, per la quale questo libro della Sacra Scrittura si
mostra abbastanza dissimile dagli altri. Perciò in questo epitalamio non devono
considerarsi tanto le parole quanto gli affetti. Perché questo, se non perché il
santo amore che, si sa, è l’unica materia di tutto questo volume, non ha valutato
secondo le parole e le espressioni, ma secondo le opere e la verità? Dovunque
parla l’amore, e se qualcuno vuole acquistare conoscenza di queste cose che vi
leggiamo, ami. Diversamente, si accinge invano a udire o a leggere il carme
dell’amore colui che non ama: non può, infatti, un cuore freddo comprendere
un discorso infuocato. Come chi non conosce il greco non può capire uno che
parla in greco, o chi non è latino non capisce chi parla latino, e così degli altri
idiomi, così la lingua dell’amore, a colui che non ama sarà una lingua barbara, e