Page 157 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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molto  solleciti  per  le  pecorelle,  a  loro  affidate,  dal  Signore,  di  buon  mattino
                  vegliano  per  rivolgere  il  loro  cuore  al  Signore  che  li  ha  creati,  e  pregano  al
                  cospetto dell’Altissimo. E vegliano e pregano conoscendo la loro insufficienza
                  nel custodire la città, e che se il Signore non custodisce la città, invano veglia il suo
                  custode (Sal 126,1).

                  8. Pertanto, comandando il Signore: Vegliate e pregate per non entrare in tentazione
                  (Mt  26,41),  chiaro  che  senza  questo  duplice  esercizio  dei  fedeli  e  cura  dei
                  custodi, non può  essere  sicura la  città, non  la sposa, non il gregge.  Chiedi la
                  differenza di queste cose? Sono una cosa sola. È detta città per collezione, sposa
                  per dilezione, pecore per la mansuetudine. Vuoi sapere che la sposa è città? Ho
                  veduto, dice,  la città santa, la nuova Gerusalemme scendere dal cielo da Dio, pronta
                  come una sposa adorna per il suo Sposo (Ap 21,2). Lo stesso ti apparirà delle pecore,
                  se  ricorderai  come  Pietro,  primo  loro  custode,  quando  gli  furono  affidate  sia
                  stato  accuratamente  interrogato  circa  il  suo  amore.  E  chi  gliele  affidava  non
                  avrebbe  usato  tanta  cura  se  non  si  fosse  sentito  Sposo  nell’intimo  della
                  coscienza. Ascoltate, amici dello Sposo, se pure siete amici. Ma ho detto poco
                  «amici»:  amicissimi  devono  essere  quelli  che  hanno  il  privilegio  di  una  così
                  grande  familiarità.  Non  senza  una  ragione  è  stato  ripetuto  parecchie  volte:
                  Pietro, mi ami tu? (Gv 21,17), quando gli furono affidate le pecore. E io penso che
                  questo sia come se gli avesse detto: «Se la coscienza non ti assicura che mi ami,
                  e mi ami fortemente e perfettamente, cioè più delle cose tue, più che i tuoi, più
                  anche di te stesso, perché vi sia corrispondenza con il numero delle domande,
                  non assumerti questa cura né intrometterti nelle mie pecore, per le quali il mio
                  sangue  é  stato  sparso».  Discorso  terribile,  capace  di  scuotere  anche  i  cuori
                  impavidi dei tiranni.

                  9. Per la qual cosa  badate a voi stessi quanti avete  avuto l’incarico di quésto
                  ministero, badate dico, al prezioso deposito che vi è stato affidato. È una città.
                  Vegliate alla sua custodia e alla sua concordia. È la sposa: applicatevi a ornarla.
                  È un gregge: provvedete ai pascoli. Queste tre cose si riferiscono forse, lo ripeto,
                  alla triplice domanda del Signore.

                  IV.  Pertanto,  la  custodia  della  città  sarà  triplice:  dalla  violenza  dei  tiranni,
                  dall’inganno degli eretici, dalle tentazioni dei demoni. L’ornamento della sposa
                  consisterà  nelle  buone  opere,  nei  costumi,  negli  ordini.  Il  cibo  delle  pecore
                  consisterà  nei  pascoli  delle  Scritture,  come  eredità  del  Signore.  Ma  c’è
                  distinzione  in  esse.  Vi  sono  i  comandamenti  che  vengono  imposti  agli  animi
                  duri e carnali dalla legge della vita e dalla disciplina, e vi sono i legumi delle
                  dispense che vengono serviti agli infermi e ai piccoli di cuore per riguardo di
                  misericordia, e vi sono i consigli  solidi e  forti che dagli intimi della sapienza
                  vengono proposti ai sani e a quelli che hanno i sensi esercitati a discernere il
                  bene  dal  male.  Ai  piccoli,  invece,  come  ad  agnellini,  viene  dato  il  latte
                  dell’esortazione,  piuttosto  che  il  cibo  solido.  Inoltre  i  buoni  e  solleciti  pastori
                  non cessano di nutrire con buoni esempi tratti da letture, e più con i loro stessi
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