Page 152 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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divenute apostole degli Apostoli, mentre si affrettano ad annunziare nel
mattino la misericordia del Signore dicono: Siamo corse all’odore dei tuoi unguenti
(Cant 1,4). Dunque, da allora in poi inutilmente lo Sposo è stato cercato nel
giaciglio, perché anche se la Chiesa l’aveva conosciuto secondo la carne, cioè
secondo l’infermità della carne, ora però non lo conosce più così. Infine, fu
cercato dopo da Pietro e Giovanni ugualmente nel sepolcro, ma non fu trovato.
Vedi ora se ciascuno di costoro abbia potuto dire, applicandosi a proposito la
parola della sposa: Ho cercato nel mio giaciglio colui che l’anima mia ama; l’ho
cercato e non l’ho trovato. Infatti, prima di andare al Padre la carne che non era
dal Padre per la gloria della risurrezione depose ogni infermità, si cinse di
potenza, si rivestì di luce come di un vestito, cioè si ornò di quella gloria con cui
era conveniente che si presentasse agli occhi del Padre.
IV. 9. Molto a proposito la sposa non dice «colui che io amo», ma colui che
l’anima mia ama, perché veramente e propriamente appartiene all’anima quella
dilezione con cui ama spiritualmente qualche cosa, Dio, per esempio, o un
Angelo, un’anima. Ma anche amare la giustizia, la verità, la pietà, la sapienza e
le altre virtù è la stessa cosa. Poiché, quando l’anima ama qualche cosa secondo
la carne, o piuttosto l’appetisce, come il cibo per esempio, il vestito, il dominio e
altre simili cose corporali e terrene, è un amore piuttosto della carne che non
dell’anima. E per questo la sposa, con espressione meno usuale ma molto
propriamente dice che l’anima sua ama lo Sposo, mostrando in tal modo che lo
Sposo è Spirito e che ella ama di un amore spirituale, non carnale. E dice bene
di averlo cercato durante le notti. Poiché se, come dice Paolo, coloro che dormono
dormono di notte, e quelli che sono ubriachi lo sono di notte (1 Ts 5,7), così si può
dire, penso, quelli che ignorano Cristo, di notte lo ignorano, e perciò quelli che
lo cercano lo cerchino di notte. Chi infatti cerca uno che ha già presente? Ora, il
giorno rivela quello che la notte nasconde, e così di giorno tu trovi quello che
cercavi di notte. Notte è, infatti, per tutto il tempo in cui si cerca lo Sposo,
perché se fosse giorno uscirebbe fuori e non sarebbe affatto cercato. E di questo
basta; sennonché, forse l’aver usato «notti» al plurale indica qualche cosa da
cercare ancora.
10. E a me sembra, se non si ha un’altra interpretazione migliore, che questa ne
sia la ragione. Questo mondo ha le sue notti, e non poche. Che dico che il
mondo ha le notti? Esso è quasi tutto una notte, ed è sempre tutto immerso
nelle tenebre. È notte la giudaica perfidia, notte l’ignoranza dei pagani, notte la
malizia degli eretici, notte anche la condotta carnale e animale di certi cattolici.
Non è forse notte dove non si percepiscono le cose dello Spirito di Dio? E anche
presso gli eretici e gli scismatici quante sono le sette, altrettante le notti. Invano,
durante queste notti, cercate il sole di giustizia e la luce della verità, vale a dire
lo Sposo, perché non vi è alcuna società tra la luce e le tenebre. Ma qualcuno
dirà che la sposa non è tanto stolta o cieca da cercare la luce nelle tenebre, da
cercare il diletto presso gli ignoranti e quelli che non lo amano. Quasi che dica
di cercarlo adesso nelle notti e non piuttosto di averlo cercato. Non dice «lo