Page 144 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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desiderare,  ma  neanche  nel  pensare  a  qualche  cosa  di  altro.  Non  le  resta,
                  dunque,  se  non  ricercare  con  studio  l’assente,  richiamarlo  quando  se  ne  va.
                  Cosi, dunque, è richiamato il Verbo, ed è richiamato dal desiderio dell’anima,
                  ma di una tale anima a cui abbia fatto una volta gustare quanto egli sia dolce.
                  Non  è  forse  il  desiderio  una  voce?  Sì,  una  voce,  e  forte.  E  poi:  Il  Signore  ha
                  esaudito il desiderio dei poveri (Sal  9,38).  Quando,  dunque,  il  Verbo  se  ne  va,  il
                  continuo desiderio dell’anima è come una voce continuata, come un continuo
                  ritorna, finché venga di nuovo.

                  3. E ora dammi un’anima che il Verbo sia solito visitare frequentemente, alla
                  quale  la  familiarità  abbia  dato  l’ardire,  l’aver  gustato  la  fame,  e  l’aver
                  disprezzato tutte le cose, abbia conferito il riposo santo: e io a questa do senza
                  esitazione la voce e il nome della sposa, e sarei convinto che il passo che stiamo
                  commentando faccia per lei. È, infatti, una tale anima che qui parla. E di colui
                  che  essa  richiama  dà  prova  di  aver  meritato  la  presenza,  anche  se  non
                  l’abbondanza.  Altrimenti  non  lo  richiamerebbe,  ma  semplicemente  lo
                  chiamerebbe. Ritorna è una parola con cui si richiama e forse egli si è sottratto
                  appunto  per  farsi  richiamare  con  maggiore  desiderio,  e  per  essere  più
                  fortemente  trattenuto.  Infatti,  talvolta,  anche  simulava  di  andare più  lontano,
                  non perché intendeva realmente questo, ma voleva sentirsi dire: Resta con noi,
                  perché si fa sera (Lc 24,2829). E così  un’altra volta, camminando  sopra il mare,
                  mentre gli apostoli navigavano e si applicavano remando, egli fece finta di voler
                  passare oltre, ma neanche allora egli voleva questo, ma provare la loro fede e
                  spingerli  a  pregarlo.  Allora,  come  dice  l’Evangelista,  restarono  turbati  e
                  gridarono, credendolo un fantasma. Pertanto il medesimo Verbo Spirito, al suo
                  modo spirituale, non cessa di comportarsi, ogni tanto, con l’anima a lui devota,
                  in  maniera  simile,  rinnovando  quella  pia  simulazione,  anzi  salutare
                  disposizione che mostrò un giorno corporalmente il Verbo incarnato. Fingendo
                  di passar oltre vuol essere fermato, andando via vuol essere richiamato. Non è
                  egli, infatti, una Parola irrevocabile: va e torna a suo piacere, quasi visitando di
                  buon mattino e subito mettendo alla prova. L’andarsene, per lui, appartiene in
                  certo modo all’economia, il ritornare, invece, è sempre volontario, l’uno e l’altro
                  pieno di giustizia. Ma le ragioni delle due cose sono un segreto suo.

                  4.  Ora,  intanto,  è  certo  che  nell’anima  vi  sono  queste  vicissitudini,  del  Verbo
                  cioè che se ne va e che ritorna, come egli dice: Vado e torno a voi (Gv 14,28); e
                  ancora: Un poco e non mi vedrete più, e ancora un poco e mi rivedrete (Gv 16,17). O
                  poco  e  poco!  O  poco  lungo!  Pio  Signore,  chiami  poco  il  tempo  in  cui  non  ti
                  vediamo?  Sia  salva  la  parola  del  mio  Signore:  è  lungo,  invece,  e  oltremodo
                  lunghissimo. Tuttavia è vera una cosa e l’altra: è breve per i meriti, lungo per i
                  desideri. Trovi le due cose nel Profeta: Se indugia, dice, aspettalo, perché verrà e
                  non tarderà (Ab 2,3) Come non tarderà se indugia? Ma ciò per riguardo al merito
                  è più che sufficiente, non lo è per il desiderio. Ora, l’anima che ama è portata
                  dai  desideri,  è  trascinata  dalla  brama,  e  con  fiducia  ripete  le  sue  delizie,
                  chiamandolo con la solita libertà non Signore, ma diletto: Ritorna, diletto mio; e
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