Page 14 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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6. Mi meraviglia l’impudenza di taluni, che non sono tra noi, i quali dopo averci
                  turbati tutti con la loro singolarità e irritati per la loro impazienza, dopo averci
                  scandalizzati per la loro disobbedienza, ardiscono  nonostante tutto invitare il
                  Signore  di ogni purità  con istantissime preghiere al letto così  immondo  della
                  loro coscienza. Ma quando stendete le mani, dice, io distolgo gli occhi da voi, e anche
                  se moltiplicate le preghiere, io non ascolto (Is 1,15). E che? Il letto non è fiorito, ma è
                  piuttosto puzzolente; e tu vi inviti il Re della gloria? Lo fai per riposarvi o per
                  discutervi? Il centurione non vuole che Gesù entri sotto il suo tetto perché se ne
                  reputa indegno, eppure la sua fede è famosa in tutto Israele; e tu lo spingi ad
                  entrare da te, macchiato da tanti sordidi vizi? Grida il Principe degli Apostoli:
                  Allontanati da me che sono uomo peccatore (Lc 5,8) e tu dici: Vieni da me Signore,
                  perché sono santo? Siate, dice, tutti unanimi nell’orazione e nell’amore per i fratelli
                  (1 Pt 3,8). E il Vaso di elezione: Alzando al cielo mani pure, senza ira e contese (1 Tm
                  2,8). Vedi come vanno d’accordo tra di loro e come parlano con lo stesso spirito
                  della pace e della tranquillità d’animo che deve avere colui che prega il Principe
                  degli Apostoli e il Dottore dei Gentili? Va’ ora tu, alza tutto il giorno le tue mani
                  a Dio, tu che tutto il giorno rechi molestie ai fratelli, distruggi la concordia e ti
                  separi dall’unità.

                  7. «E che cosa vuoi che io faccia?», dici. Per prima cosa che tu purifichi la tua
                  coscienza da ogni inquinamento di ira, di disputa, di mormorazione, di livore o
                  di  qualsiasi  altra  cosa  che  si  sa  essere  contraria  alla  pace  con  i  fratelli  o
                  all’obbedienza  degli  anziani,  cercando  di  eliminare  tutte  queste  cose
                  dall’abitazione del cuore. In secondo luogo devi circondarti dei fiori delle buone
                  opere e dei lodevoli studi e dei profumi delle virtù, vale a dire di tutte le cose
                  che sono vere, giuste, sante, amabili o che sono in buona reputazione, di tutto
                  ciò che è virtù o lodevole disciplina: pensa a queste cose, procura di esercitarti
                  in  esse.  Dopo  tutto  questo  potrai  con  sicurezza  chiamare  lo  Sposo  perché,
                  quando  lo  avrai  introdotto,  potrai  dire  con  verità  anche  tu:  Il  nostro  letto  è
                  cosparso di  fiori,  dal  momento  cioè  che  la  tua  coscienza  manderà  profumo  di
                  pietà, di pace, di mansuetudine, di giustizia, di obbedienza, di gioia, di umiltà.
                  Così riguardo al letto.

                  III. 8. Per casa poi, in senso spirituale, ognuno riconosca se stesso, a condizione
                  tuttavia  che non cammini più  secondo la carne, ma secondo  lo  spirito,  poiché
                  santo è il tempio di Dio che siete voi (1 Cor 3,17). Badate dunque, o fratelli, a questo
                  edificio spirituale che siete voi, perché non succeda che quando comincerà ad
                  elevarsi in alto, vacilli e cada in rovina se non sarà sostenuto e legato da travi
                  robuste; cercate, dico, di dargli dei soffitti che non marciscono e ben fermi, vale
                  a dire quel timore di Dio che dura in eterno, la pazienza, di cui è scritto che la
                  pazienza  dei  poveri  non  resterà  mai  delusa  (Sal  9,19),  la  longanimità  pure,  che
                  reggendo inflessibile sotto il peso di qualsiasi struttura, non viene meno per i
                  secoli eterni della vita beata, come dice il Salvatore nel Vangelo: Chi persevererà
                  fino alla fine sarà salvo (Mt 10,22); e soprattutto la carità che non viene mai meno,
                  perché  l’amore  è  forte  come  la  morte,  tenace  come  gli  inferi  la  gelosia  (Cant  8,6).
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