Page 135 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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5. Chi vi sarà mai che dubiti che fu spirituale quell’ombra con cui fu coperta
Maria nell’atto di concepire, e quella di cui parla così il Profeta: Spirito è davanti
alla nostra faccia Cristo Signore, all’ombra di Lui viviamo tra le genti? (Lam 4,20
secondo i LXX). Io, tuttavia, penso che in questo passo siano chiamate ombre le
potestà avverse, che non solo come ombre e tenebre, ma come principi delle
tenebre vengono designate dall’Apostolo, e quelli della nostra razza che
aderiscono a quelli, figli veramente della notte e non della luce o del giorno.
Queste tenebre non del tutto spariscono all’apparire del giorno, come fanno le
tenebre corporali all’apparire della luce corporea, che non solo spariscono, ma
le vediamo completamente dissolversi. Saranno dunque queste spirituali
tenebre un po’ meno ridotte che il nulla, ma più miserevoli. Vi saranno ancora,
ma inclinate e suddite. S’inclinerà è detto certamente del diavolo, principe delle
tenebre, e cadrà quando avrà dominato sui poveri (Sal 9,31). Non sarà, dunque,
distrutta la sua natura, ma gli verrà sottratta la potenza; non sarà distrutta la
sua sostanza, ma passerà l’ora e la potestà delle tenebre. Vengono tolti i demoni
perché non vedono la gloria di Dio, non vengono annientati perché sempre
siano tormentati dal fuoco. Come non saranno inclinate le ombre quando
saranno deposti i potenti dai loro seggi e saranno posti a sgabello dei piedi? E
questo deve avverarsi presto: È l’ultima ora (1 Gv 2,18); la notte è avanzata, il
giorno è vicino (Rm 13,12). Spunterà il giorno, sparirà la notte. La notte è il
diavolo, è l’angelo di Satana, anche se si trasfigura in angelo di luce. Notte è
l’Anticristo, che il Signore ucciderà con il soffio della sua bocca, e distruggerà
con la luce della sua venuta. Non è, forse, il Signore il giorno? Giorno
veramente illuminante e spirante: col soffio della sua bocca fuga le ombre e
distrugge i fantasmi con la luce del suo avvento. Oppure, se piace
maggiormente dare alla parola «inclinarsi» nient’altro che il significato di essere
distrutto, tanto per non omettere anche questo senso, diciamo ombre le figure e
gli enigmi delle Scritture, nonché le locuzioni sofistiche e i cavilli di parole e gli
argomenti confusi, tutte cose che allo stato attuale danno ombra alla luce della
verità. Imperfetta è infatti la nostra conoscenza, e imperfetta la nostra profezia (1 Cor
13,9). Ma con lo spuntare di questo giorno si inclineranno le ombre, perché tutto
venendo occupato dalla pienezza della luce non potrà restarvi alcuna parte di
tenebre. Come dice l’Apostolo: Quando verrà quello che è perfetto, quello che è
imperfetto scomparirà (1 Cor 13,10).
III. 6. Potrebbe bastare quanto è stato detto fin qui su questo argomento, se il
testo portasse semplicemente «spiri» e non «aspiri» parlando del nuovo giorno.
Per questa piccola differenza penso di dover aggiungere qualche cosa, per
spiegare cioè la diversità di queste due parole. Io infatti per dire la verità, sono
da un pezzo persuaso che nel testo del sacro e prezioso eloquio non vi sia
neppure una particella inutile, senza una ragione. Siamo, dunque, soliti usare
questa parola quando desideriamo ardentemente qualche cosa, come per
esempio quando diciamo: «Quello aspira a quell’onore o a quella dignità».
Viene, perciò, designato con questa parola che si compiranno cose meravigliose
e grandiose in quel giorno per opera dello Spirito, quando non solo i cuori, ma